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Cronaca

Rivarolo Canavese e la misoginia: accuse e richieste di scuse in sede comunale

Il sindaco Zucco Chinà e la consigliera Ghirmu al centro di un acceso dibattito politico e personale

Rivarolo Canavese e la misoginia: accuse e richieste di scuse in sede comunale

Rivarolo Canavese

In un clima politico teso, Rivarolo Canavese si trova al centro di una bufera mediatica che coinvolge il sindaco Martino Zucco Chinà e la consigliera di opposizione Helen Ghirmu. Un dibattito che, partito da questioni amministrative, è rapidamente degenerato in un confronto personale, sollevando accuse di misoginia e richieste di scuse pubbliche.

Tutto ha avuto inizio durante una seduta del consiglio comunale, in cui si discuteva una delibera riguardante il motocross. La proposta, presentata con riferimenti normativi ritenuti errati, è stata oggetto di critiche da parte dei gruppi di minoranza "Rivarolo" ed "Energia per Rivarolo". Questi hanno evidenziato non solo vizi procedurali, ma anche la mancanza di un'analisi approfondita sull'impatto ambientale e socio-economico dell'attività. La consigliera Ghirmu, in particolare, ha richiesto di rimandare la discussione per una revisione normativa e per un consiglio comunale aperto al pubblico.

Nel corso del dibattito, il sindaco Zucco Chinà ha rivolto alla consigliera Ghirmu un commento che è stato interpretato come offensivo e misogino. L'accusa di aver fatto "la piaciona con il pubblico" ha suscitato l'indignazione della Ghirmu e del suo gruppo. La consigliera ha condannato con fermezza il linguaggio utilizzato, sottolineando come tale atteggiamento offenda non solo lei, ma tutte le donne impegnate nelle istituzioni.

Di fronte alle accuse, il sindaco Zucco Chinà ha replicato definendo il comunicato di Energia per Rivarolo una reazione spropositata a una parola detta a caldo. Tuttavia, ha espresso la sua disponibilità a chiedere scusa se il termine è stato percepito come offensivo. Con un tono di difesa, Zucco Chinà ha sottolineato la presenza di tre donne nella sua giunta, respingendo l'accusa.

La responsabilità di chi ricopre cariche pubbliche è dunque quella di scegliere con attenzione il linguaggio, evitando di scivolare in offese personali che distolgono l'attenzione dai problemi reali.

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