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Il mistero
01 Maggio 2025 - 07:40
Gli hanno sparato quattro volte, centrandolo con almeno un colpo per gamba. Poi i proiettili sono usciti ma gli investigatori non hanno trovato i bossoli nel parco Calabria, dove quel marocchino di 32 anni è stato gambizzato poco dopo le 11 di martedì mattina: i suoi aggressori hanno usato un revolver oppure si sono fermati a raccoglierli prima di far perdere le loro tracce?
È una delle domande a cui la Squadra mobile sta cercando di dare una risposta, in modo da risalire ai responsabili dell’agguato avvenuto tra il parco Calabria e via Pianezza. A questo punto sarà decisivo quello che racconterà la vittima, appena sarà in condizione di rispondere: il ragazzo ferito è stato trasportato al vicino ospedale San Giovanni Bosco, dov’è stato soccorso e operato. Non è in pericolo di vita ma è stato sedato e si sta lentamente riprendendo. Conosceva i suoi aggressori? Sa perché gli hanno sparato?
«Stavo lavorando e l’ho visto strisciare sul marciapiede - ripercorre Gabriele Grosso, che lavora nel negozio di Compro Oro di via Pianezza 95 - Mi sono avvicinato, ho visto che aveva i jeans sporchi di sangue e gli ho dato dell’acqua. Poi ho chiamato il 112 e l’operatore voleva sapere cosa fosse successo: ho chiesto a quel ragazzo e lui mi ha solo fatto il gesto della pistola».
In pochi minuti è accorsa l’ambulanza del 118, che ha trasportato il ferito in ospedale. Nel frattempo, in via Pianezza, sono arrivate le volanti della polizia e le pattuglie dei carabinieri, oltre alla Scientifica. Agenti e investigatori hanno analizzato le macchie di sangue e le telecamere di videosorveglianza del Compro Oro e del vicino benzinaio, dove si vede la vittima trascinarsi per diversi metri prima di accasciarsi.
Ma sarebbero poco utili dal punto di vista investigativo, visto che non hanno inquadrato il momento in cui sono stati esplosi i colpi di pistola. Anche perché, stando a quanto emerge, il nordafricano si è trascinato in via Pianezza dopo essere stato colpito dentro il parco Calabria. A pochi passi da un’area verde e dai giochi per bambini.
Ma perché gli hanno sparato? Ora gli investigatori della Squadra mobile dovranno capirlo: è stato un regolamento di conti legato allo spaccio che avviene di continuo all'interno di quell'area verde affacciata sulla Dora? Oppure c’è dietro qualcos’altro? «Di certo fa impressione che si siano sparati così, come succede nelle favelas» si lascia scappare Grosso. «Lì dentro fa paura, di notte non ci entro mai» aggiunge una signora con il cane.
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