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Sparatoria in strada a Torino, ecco cosa sappiamo

Sull'accaduto indaga la polizia - Al momento non sono chiare le ragioni del gesto

Sparatoria in strada a Torino, ecco cosa sappiamo

Nessuna parola, solo il gesto della pistola: «Così mi ha fatto capire che gli avevano sparato» racconta Gabriele Grosso, il primo a soccorrere il 32enne marocchino che stamattina si è accasciato davanti al Compro Oro di via Pianezza 95 (a pochi passi da via Borsi e dal parco Calabria). Ora quel ragazzo, ferito alle gambe, è ricoverato in ospedale ma se la caverà. Mentre la Squadra mobile della polizia indaga per capire chi lo abbia colpito e perché.

La sparatoria, stando a quanto riferito da chi ha soccorso il 32enne, è avvenuta intorno alle 11 di stamattina: «Stavo lavorando e l’ho visto strisciare sul marciapiede - ripercorre Grosso, che lavora nel negozio di Compro Oro gestito dalla madre, Teresa Barbaro - Mi sono avvicinato, ho visto che aveva i jeans sporchi di sangue e gli ho dato dell’acqua. Poi ho chiamato il 112 e l’operatore voleva sapere cosa fosse successo: ho chiesto a quel ragazzo e lui mi ha solo fatto il gesto della pistola».

In pochi minuti è arrivata l’ambulanza del 118, che ha trasportato il ferito all’ospedale San Giovanni Bosco. Qui i medici lo hanno soccorso e operato ma il proiettile sarebbe entrato e uscito dalla gamba. E il 32enne non sarebbe in pericolo di vita.
Nel frattempo, in via Pianezza, sono arrivate le volanti della polizia e le pattuglie del carabinieri, oltre alla Scientifica.

Agenti e investigatori hanno analizzato le macchie di sangue e le telecamere di videosorveglianza del Compro Oro e del vicino benzinaio, dove si vede la vittima trascinarsi per diversi metri prima di accasciarsi: «Era esausto, girava gli occhi all’indietro» ricorda ancora il ragazzo del Compro Oro.

Secondo le prime ipotesi, il nordafricano è arrivato fino lì dopo essere stato colpito all’interno del vicino parco Calabria. Lì, in pieno giorno, a pochi passi da un’area verde e dai giochi per bambini.

 «Non lo avrei mai immaginato, fa impressione che si siano sparati così, come nelle favelas» si lascia scappare Grosso. «Lì dentro fa paura, di notte non ci entro mai» aggiunge una signora con il cane. Teresa Barbaro e il vicino dipendente del benzinaio spiegano perché: «Gli spacciatori abitano qui di fronte, scendono con i monopattini e poi vanno a vendere dentro il parco. E adesso si ammazzano o quasi: sembra di stare in guerra». Ora gli investigatori della Squadra mobile dovranno capire perché quel 32enne sia stato gambizzato: un regolamento di conti legato allo spaccio o altro?

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