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Il caso
21 Maggio 2025 - 08:15
Ha solo 14 anni e sabato ha dovuto correre in ospedale, con le lacrime agli occhi e la maglietta sporca di sangue: le sorelle del suo ex fidanzatino l’hanno picchiata con calci e pugni, poi l’hanno presa a bottigliate in testa. E infine l’hanno accoltellata alla mano sinistra: «Il ragazzo era al telefono e urlava: “Non lasciatela viva”. Ci è mancato poco che l’ammazzassero davvero».
A parlare è la mamma di Maria (nome di fantasia), la ragazzina aggredita sabato pomeriggio da una banda di giovanissimi poco più grandi di lei. Quasi tutte femmine, che da tempo hanno preso di mira la 14enne, residente nei complessi popolari fra via Maddalene e via Ghedini (a cavallo fra i quartieri Regio Parco e Barriera di Milano): «Probabilmente l’ex di mia figlia si vuole vendicare perché lei lo ha lasciato - ripercorre ancora la madre - Un paio di mesi fa erano scappati insieme per qualche giorno, al ritorno le abbiamo vietato di frequentarlo e di sentirlo. Così siamo finiti tutti nel mirino: quella di sabato è l’ottava denuncia che presento contro quelle persone». Cioè le famiglie rom che vivono nel quartiere in modo abusivo: secondo i dati dell’Atc, che gestisce i complessi popolari di Torino, negli ultimi mesi sono stati sgomberati 9 alloggi. Altri 8, però, sono occupati ancora oggi.
Ma cos’è successo in queste settimane? «L’ex fidanzato di Maria, che a settembre farà 18 anni, e i suoi parenti hanno iniziato a farle i dispetti - ripercorre la signora con le denunce in mano - Ci hanno insultato e minacciato di sfigurare mio figlio e di bruciare il furgone di mio marito. Maria e gli altri ragazzi sono stati picchiati più volte, sempre quando sono da soli: la ragazza è stata aggredita alla fermata del pullman, l’hanno presa da dietro. E sabato l’hanno picchiata mentre passeggiava attorno al parco di via Maddalene». A quanto pare, la ragazzina è stata assalita alle spalle da 5-6 ragazze e un ragazzo. Che l’hanno accerchiata, l’hanno colpita con tre bottiglie piene di birra e l’hanno colpita alla mano con un coltellino svizzero con il manico bianco: «L’ex di Maria non c’era ma era al telefono e urlava: “Ammazzatela, non lasciatela viva”».
Per fortuna il branco si è fermato prima e la 14enne è finita all’ospedale San Giovanni Bosco, da cui è stata dimessa con cinque punti sulla mano e una prognosi di 7 giorni: «Da allora non esce praticamente più, ha pianto per ore ed è spaventatissima» riferisce ancora la mamma. Che poi si sfoga insieme a due vicine di casa spaventate quanto lei: «Non se ne può più, domenica pomeriggio hanno anche chiamato i carabinieri inscenando una vendetta da parte di mio figlio, che ha solo 13 anni. Aspettiamo che i miei figli vengano ammazzati? Oppure dobbiamo farci giustizia da soli? Non sappiamo più cosa fare: quelle famiglie rom non hanno paura di niente e terrorizzano tutto il quartiere. Vanno in giro a urlare, aggredire e minacciare: “Vi ammazzo tutti”. Una volta ne abbiamo visto uno per strada con un nunchaku (l’arma orientale con due bastoni uniti da una catena, ndr). Altri ci hanno inseguito in auto per uno sguardo sbagliato. Ma perché non li mandano via? Eppure hanno sgomberato tante famiglie nell’ultimo anno, qui e in via Bologna. Se non cambia nulla, ce ne dovremo andare noi: così non si vive più».
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