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Dieselgate, 4 condanne (e 33 miliardi bruciati) per Volkswagen

A dieci anni dall'esplosione dello scandalo arriva la prima sentenza da un tribunale tedesco

Dieselgate, 4 condanne (e 33 miliardi bruciati) per Volkswagen

A quasi dieci anni dall’onda d’urto che ha sconvolto l’industria automobilistica mondiale, il Dieselgate torna a far parlare di sé, e questa volta con un verdetto. Il Tribunale Regionale di Braunschweig, nella Bassa Sassonia, come riferisce MilanoFinanza, ha condannato quattro ex dirigenti di Volkswagen per frode, in relazione alla manipolazione dei test sulle emissioni diesel. Due sono stati destinati a pene detentive effettive, mentre per gli altri due la giustizia tedesca ha concesso la sospensione condizionale della pena. Una sentenza che segna un punto fermo, ma non la fine di una delle crisi più gravi nella storia dell’automotive europeo.


La lunga scia del Dieselgate

Tutto ha avuto inizio nel settembre 2015, quando l’Epa – l’Agenzia per la protezione ambientale statunitense – svelò al mondo che milioni di vetture Volkswagen montavano un software illegale in grado di ingannare i test sulle emissioni. Un trucco sofisticato, che ha dato vita a una crisi reputazionale e finanziaria senza precedenti per il gruppo di Wolfsburg. In pochi giorni, l’allora CEO Martin Winterkorn rassegnò le dimissioni e si aprì un fronte giudiziario internazionale che oggi, a distanza di quasi un decennio, continua a produrre conseguenze.

Secondo le stime, il Dieselgate è costato alla Volkswagen oltre 33 miliardi di euro tra multe, richiami, risarcimenti e spese legali. In Italia, la casa tedesca ha recentemente chiuso il contenzioso pagando 50 milioni di euro, mentre sul fronte industriale ha accelerato la transizione verso l’elettrico, anche per tentare di ripulire la propria immagine.


Le condanne e il processo in corso

Il procedimento penale contro i quattro ex dirigenti si è aperto nel 2021. Durante il dibattimento, il pubblico ministero ha accusato tre degli imputati di essere gli artefici diretti della frode, chiedendo pene tra i tre e i quattro anni di carcere. Per il quarto, ritenuto complice, era stata proposta una condanna a due anni con sospensione. La difesa ha contestato le accuse, chiedendo l’assoluzione per tre e un semplice ammonimento per il quarto.

Il tribunale ha accolto parzialmente le richieste della procura, optando per due condanne detentive e due con sospensione condizionale. Le motivazioni della sentenza non sono ancora state rese pubbliche e il verdetto non è definitivo. Ma resta il valore simbolico di un primo riconoscimento formale della colpa da parte della giustizia tedesca.


Un fronte giudiziario ancora aperto

Il Dieselgate, tuttavia, è ben lontano dall’essere archiviato. Secondo il portavoce del tribunale, sono attualmente in corso altri quattro procedimenti penali che coinvolgono ben 31 imputati, inclusi casi pendenti contro figure di primissimo piano come Martin Winterkorn.

Anche se Volkswagen ha ammesso pubblicamente le proprie responsabilità già nel 2015, le indagini – in particolare in Germania e negli Stati Uniti – proseguono nel tentativo di smascherare tutte le ramificazioni di quella che è considerata una delle frodi industriali più sofisticate mai avvenute nel settore automotive.

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