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IL FATTO
20 Giugno 2025 - 04:30
Il centro massaggi in via Braccini
È stato arrestato ad Alessandria il giovane di origine pakistana, 24 anni, accusato di aver compiuto una serie di aggressioni ai danni di quattro donne tra il 15 novembre e il 1° dicembre scorsi, tutte avvenute all’interno di centri massaggi di Torino. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo avrebbe finto di essere un normale cliente per poi, una volta all’interno dei locali, aggredire le dipendenti.
Le accuse nei suoi confronti sono pesanti: violenza sessuale, rapina e tentata estorsione. In uno dei casi, la cui vittima risulta oggi irreperibile, il 24enne avrebbe obbligato una donna ad avere un rapporto sessuale dopo averle sottratto denaro e il telefono cellulare. In un altro episodio, avrebbe minacciato una dipendente e si sarebbe fatto consegnare oggetti di valore. Una terza donna, invece, sarebbe riuscita a respingerlo mettendolo in fuga.
Tutti gli episodi si sono verificati a Torino, in tre distinti centri massaggi situati in via Braccini, via Pietro Cossa e via Siracusa: le attività si trovano tutte a pochi chilometri una dall’altra.
Sempre secondo le accuse, in un caso, l’indagato sarebbe addirittura tornato sul luogo dell’aggressione il giorno successivo, cercando di estorcere denaro alla vittima in cambio della restituzione del cellulare rubato. Nel periodo in cui si sarebbero verificati i fatti, il giovane risultava essere ospite a Torino presso l’abitazione di un amico.
È stato rintracciato e arrestato dalla polizia ad Alessandria e attualmente si trova detenuto nel carcere di Biella. Durante l’interrogatorio di garanzia, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo legale di fiducia, Marco Viscardi del Foro di Pavia, ha spiegato che il giovane si è astenuto dalle dichiarazioni “in attesa di poter visionare tutti gli atti d’indagine”.
A suo carico risulta anche una precedente condanna per stalking. Le indagini, coordinate dalla squadra mobile di Torino, sono state condotte incrociando diversi elementi: dai tabulati telefonici dei dispositivi rubati alle immagini dei sistemi di videosorveglianza delle aree circostanti, fino alle individuazioni fotografiche da parte delle vittime, che lo avrebbero riconosciuto. L’inchiesta è affidata alla pubblica ministera Eugenia Ghi della procura di Torino. Il giudice per le indagini preliminari Paola Vetro ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare in carcere.
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