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Il fatto
04 Settembre 2025 - 21:14
Kadija Ghazzar non ce l’ha fatta. Aveva vent’anni appena, una vita spezzata nella notte tra martedì e mercoledì scorso lungo la provinciale 393, alle porte di Carmagnola. La ragazza, residente da sempre a Bra con la famiglia, era rimasta gravemente ferita dopo essere stata investita da un’auto mentre si trovava sulla carreggiata. Nel tardo pomeriggio di oggi, i medici del Cto di Torino hanno dichiarato la morte cerebrale della ventenne. Non c’era altro che si potesse fare. La dinamica esatta di quella notte è al momento al vaglio dei carabinieri di Moncalieri. Gli inquirenti stanno lavorando per capire come si sia svolto il tutto.
Prima, l’incidente. Poi, pochi minuti dopo, la ventenne investita. Secondo una prima ricostruzione, Kadija si trovava a bordo di una Fiat Punto con altri cinque giovani, tre ragazzi e due ragazze, guidata da un 21enne.
La comitiva stava viaggiando in direzione Villastellone, quando la vettura è uscita di strada, finendo contro un albero. A quel punto la ventenne è scesa dall’auto, forse per capire cosa fosse accaduto. Forse per chiedere aiuto.
Proprio mentre si trovava sulla carreggiata, è sopraggiunta una Ford Kuga, condotta da un 45enne di Fossano, che l’ha travolta.
Immediati i soccorsi. Sul posto sono arrivati l’elisoccorso del 118, ambulanze medicalizzate e le pattuglie dell’Arma. Le condizioni della ragazza sono apparse subito gravissime: aveva un brutto trauma cranico e fratture a entrambi i femori. Dopo un primo intervento d’urgenza, è stata trasferita al Cto, dove è rimasta ricoverata e in prognosi riservata fino al peggioramento irreversibile del suo quadro clinico. Quando non c’è stato più nulla da fare, i medici hanno staccato le macchine.
La Procura di Torino ha aperto un fascicolo per ricostruire le responsabilità.
Si attendono, infatti, gli esiti degli accertamenti sullo stato psicofisico del conducente della Ford e del giovane al volante della Punto.
Tutti gli altri passeggeri sono rimasti feriti in modo non grave e trasportati tra il Cto e il Santa Croce di Moncalieri.
Kadija Ghazzar abitava con la famiglia nelle case popolari di viale Madonna Fiori. Chi la conosceva la descrive come una ragazza dolce e riservata, educata, con un lavoro e un obiettivo: ottenere il diploma serale di ragioneria.
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