Accoltellata alla gola per il cane che abbaia: riconosce la voce dell’aggressore in aula

La sera di Capodanno l’aveva colpita alla gola con un coltello, poi aveva provato a prendere anche il cane. Ieri mattina, per la prima volta dopo quell’aggressione, la vittima si è trovata di fronte l’uomo accusato di averla quasi uccisa. È successo nell’aula 47 del tribunale, durante l’udienza preliminare. Solo quando l’imputato ha parlato, lei — che è ipovedente — ha capito che era lì. Ha riconosciuto la voce. E si è agitata. L’imputato è un uomo di 72 anni, residente in zona corso Maroncelli, dove vive anche la vittima, 63 anni, parte civile nel procedimento. Quella sera era seduta su una panchina insieme a un amico. Secondo la ricostruzione dell’accusa, l’uomo l’avrebbe raggiunta e colpita con un coltello, mirando al collo. Poi avrebbe cercato di aggredire anche il suo cane, un Pincher. All’origine, una lite di vicinato: il cane — secondo quanto emerso — abbaiava troppo. Il pubblico ministero Alessandro Aghemo contesta il tentato omicidio con due aggravanti: la premeditazione e la minorata difesa, perché la donna è affetta da cecità bilaterale. Dopo l’aggressione, era rimasta in ospedale per cinque mesi. «Siamo soddisfatti per l’ulteriore contestazione», ha detto il suo avvocato, Luca Calabrò. «Ma la situazione resta critica: ai danni fisici si sommano quelli psicologici». L’imputato, difeso dall’avvocato Roberto Doriguzzi, potrà chiedere il rito abbreviato. La prossima udienza è fissata per metà ottobre. Sarà il giudice a decidere se rinviare il caso a dibattimento.

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