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Il fatto

Indagine Gintoneria, nei verbali spuntano una influencer e un giornalista: “Coca e escort recapitate a casa”

La Procura ricostruisce consumi di droga e incontri con escort nelle notti milanesi: sei i nomi che potrebbero finire a processo

Indagine Gintoneria, nei verbali spuntano una influencer e un giornalista: “Coca e escort recapitate a casa”

Nel fascicolo con cui la Procura di Milano ha concluso le indagini sul presunto giro di droga e prostituzione legato alla Gintoneria, locale diventato il fulcro dell’inchiesta su Davide Lacerenza, compaiono anche i nomi di una nota influencer e di un giornalista televisivo. Entrambi vengono citati negli atti, ma non risultano indagati.

Secondo quanto ricostruito, nella notte del 7 maggio 2024 Lacerenza avrebbe offerto all’influencer circa 30 grammi di cocaina, preparata in precedenza con Davide Ariganello, suo presunto collaboratore di fiducia. La sostanza sarebbe poi stata consumata dalla giovane.

Un altro episodio riguarda la notte tra il 5 e il 6 maggio 2024, quando nel privé La Malmaison Lacerenza avrebbe ceduto al giornalista una striscia di cocaina lunga 20 centimetri. A lui sarebbero state inviate anche quattro escort che si trovavano nel locale.

Le sei persone che rischiano il processo

Gli indagati che potrebbero finire a processo sono sei:

  1. Davide Ariganello, ai domiciliari da marzo, accusato di favoreggiamento della prostituzione e cessione di cocaina.

  2. Due presunti spacciatori, attivi in un giro di cocaina all’interno del locale oggi sotto sequestro.

  3. Due donne, ritenute prostitute, accusate di favoreggiamento personale per dichiarazioni considerate non veritiere.

  4. La madre dell’ex fidanzata di Lacerenza, Clotilde Conca Bonizzoni, anch’essa coinvolta.

L’origine del caso Gintoneria

L’inchiesta ruota attorno a un presunto sistema di prostituzione e spaccio che avrebbe coinvolto sia il locale sia il privé della Malmaison.
Il 22 ottobre 2024 sono arrivati i patteggiamenti: 4 anni e 8 mesi per Davide Lacerenza e 3 anni per l’ex compagna Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi.

Secondo la pm Francesca Crupi e la Guardia di Finanza, Lacerenza avrebbe reclutato regolarmente donne invitandole a incentivare la spesa dei clienti e l’acquisto di bottiglie a prezzi maggiorati. Alcune testimonianze lo descrivono come una sorta di protettore, presente nel privé e responsabile del “controllo di qualità” delle ragazze prima di inserirle nel giro.

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