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Salute e prevenzione

Influenza, la variante K corre veloce: ecco perché i pediatri la temono

Gli specialisti avvertono: immunità più bassa, sintomi più forti e rischio di picco anticipato

Influenza, la variante K corre veloce: ecco perché i pediatri la temono

La nuova stagione influenzale ha preso il via con un netto anticipo rispetto al passato e sta già sollevando preoccupazioni tra gli esperti. In molte aree del mondo si sta affermando rapidamente una variante del virus A/H3N2, chiamata subclade K, che potrebbe determinare un picco di casi più alto del previsto. In Italia, dall’inizio dell’autunno, le infezioni hanno superato i due milioni, con una forte concentrazione tra i bambini più piccoli.

Perché la variante K desta attenzione

Gli infettivologi spiegano che la variante K non sembra essere più aggressiva, ma è in grado di sfuggire all’immunità pregressa della popolazione. Secondo quanto riferito dal professor Ivan Gentile, la variante presenta diverse mutazioni rispetto al ceppo contenuto nel vaccino, rendendo più difficile il riconoscimento da parte del sistema immunitario. Inoltre, essendo legata a un virus — l’H3N2 — che negli ultimi anni ha circolato poco, molte persone avrebbero una bassa immunità residua. Gli specialisti ipotizzano dunque un aumento anticipato e più consistente dei contagi.

I sintomi più comuni

Le infezioni provocate dai virus H3N2 tendono a essere più intense rispetto a quelle causate dai ceppi H1N1. Tra i disturbi segnalati con maggiore frequenza compaiono:

  • febbre alta

  • spossatezza marcata

  • dolori muscolari intensi

  • mal di gola

  • brividi

  • congestione nasale o naso che cola

Nei bambini sono diffusi anche vomito e diarrea.
Senza un adeguato trattamento, il quadro può evolvere in complicanze come otiti, sinusiti, bronchiti o polmoniti. Le categorie più esposte a forme severe includono gli over 65, i bambini sotto i 5 anni, le donne in gravidanza e chi ha patologie croniche come malattie cardiache, respiratorie o diabete.

L’appello dei pediatri: “Vaccinare i più piccoli”

La Società Italiana di Pediatria (Sip) segnala che la circolazione dei virus respiratori è iniziata con circa quattro settimane di anticipo e che i bambini 0-4 anni rappresentano la fascia più colpita, oltre a essere un importante motore di diffusione nelle famiglie e nelle scuole.

Il presidente Sip, Rino Agostiniani, ha evidenziato che siamo entrati nella fase più intensa della stagione influenzale e che la prevenzione può fare la differenza proprio ora. La professoressa Susanna Esposito ha aggiunto che vaccinarsi nelle prossime settimane consente ai bambini di arrivare protetti al picco previsto tra fine dicembre e inizio gennaio.

La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata per tutti i bambini dai 6 mesi, in particolare per quelli con condizioni croniche. I pediatri invitano inoltre a proteggere neonati e lattanti dal virus respiratorio sinciziale (VRS) tramite l’anticorpo monoclonale nirsevimab. Le famiglie possono rivolgersi al pediatra di libera scelta o ai centri vaccinali delle Asl per informazioni e prenotazioni.

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