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Il caso
05 Dicembre 2025 - 17:45
Un caso limite tra etica professionale, norme ospedaliere e legge penale torna al vaglio della giustizia. Ad Aosta il radiologo interventista Gianluca Fanelli è atteso all’udienza preliminare per avere sottoposto la sua gatta, Athena, a una Tac e poi a un drenaggio nel reparto di radiologia dell’ospedale regionale Parini. La vicenda approda in tribunale con ipotesi di reato che chiamano in causa anche il primario del reparto. L’Usl ha annunciato la costituzione come parte offesa nel procedimento.
L’udienza preliminare è fissata per il 27 gennaio davanti al giudice Giuseppe Colazingari. Oltre a Fanelli, dovranno presentarsi il primario di radiologia Massimiliano Natrella e la tecnica di radiologia Giulia Sammaritani.
Per Fanelli e Natrella le ipotesi di reato sono esercizio abusivo della professione veterinaria e al solo Fanelli viene addebitata anche l’indebita destinazione di denaro o cose mobili; Sammaritani è indagata per favoreggiamento. La procura ha chiesto l’archiviazione per una seconda tecnica di laboratorio, Denise Barone, non essendo emerso nulla durante le indagini a suo carico.
Secondo gli atti d’indagine, il 20 gennaio Fanelli avrebbe utilizzato la macchina della Tac del reparto per esaminare Athena, il suo gatto, precipitata poco prima dal tetto del condominio. Il giorno successivo, il 21 gennaio, sempre in ospedale, la gatta sarebbe stata sottoposta a un drenaggio toracico, alla presenza anche del primario.
Dalle indagini dei carabinieri del Nas risulta che durante l’esame fosse presente la tecnica Sammaritani e che le immagini della Tac, registrate su una macchina, sarebbero state poi cancellate una volta scoppiato il caso. È uno dei punti al centro del fascicolo, insieme all’utilizzo di strumentazione dedicata a pazienti umani e all’accesso di un animale in corsia, vietato dai regolamenti.
La storia ha diviso: per alcuni il medico avrebbe seguito il mandato etico di chi salva una vita, seppur animale d’affezione; per altri avrebbe oltrepassato paletti chiari, sottraendo risorse a un servizio pubblico con liste d’attesa. Il caso ha riacceso il dibattito sul confine tra dovere morale e rispetto delle procedure.
Il radiologo ha sempre rivendicato la scelta: «Non sono pentito, non avrei potuto fare diversamente. Non mi sarei perdonato se la gatta fosse morta». La linea difensiva punta sulla natura emergenziale dell’intervento e sull’assenza di danno per l’attività sanitaria ordinaria.
All’udienza preliminare le parti discuteranno sulla richiesta di rinvio a giudizio. In questa fase sarà centrale la ricostruzione tecnica delle procedure adottate, la tracciabilità degli esami e il perimetro normativo che separa l’attività medica su umani da quella veterinaria.
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