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IL DATO
25 Dicembre 2025 - 16:37
Torino è tra i territori più colpiti dagli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali. Nel 2024 nel capoluogo piemontese si sono registrati 33 episodi tra insulti, minacce e aggressioni, in aumento rispetto ai 30 casi del 2023. Un dato che inserisce la città tra le aree con il più alto numero di segnalazioni a livello nazionale. Numeri superiori si registrano solo in alcune province del Sud. La provincia di Lecce guida la classifica con 36 episodi nel 2024, in crescita rispetto ai 25 dell’anno precedente, seguita da Cosenza con 34 casi contro i 28 del 2023. Napoli, pur rimanendo tra le zone più interessate dal fenomeno, evidenzia un calo: 27 episodi nel 2024 rispetto ai 37 dell’anno precedente. Nel complesso, nel 2024 gli atti intimidatori censiti a livello nazionale sono stati 630, in aumento rispetto ai 553 registrati nel 2023. La matrice più diffusa è quella di natura privata, che rappresenta il 24% dei casi. Seguono le tensioni di natura politica con il 12,4% e quelle di natura sociale con l’11,1%. Per il 42,9% degli episodi, tuttavia, non è stata ancora individuata una matrice criminale. Le vittime risultano prevalentemente i sindaci, compresi quelli metropolitani, che nel 2024 hanno subito 350 intimidazioni, pari al 55,6% del totale. Seguono i consiglieri comunali con 120 casi (19%) e i componenti delle giunte comunali con 106 episodi (16,8%). I dati confermano come i primi cittadini siano le figure più esposte, colpite più di tutte le altre categorie di amministratori. Il modus operandi più frequente nel 2024 è rappresentato dalla pubblicazione di contenuti ingiuriosi o minacciosi sui social network e sul web. Gli episodi di questo tipo sono stati 156, con un aumento del 19,1% rispetto ai 131 casi registrati nel 2023. Facebook si conferma la piattaforma maggiormente utilizzata, con 82 segnalazioni nel 2024 contro le 69 dell’anno precedente. Nel corso del 2024 si sono registrati anche 15 atti intimidatori rivolti ad amministratori regionali. In questi casi la matrice è prevalentemente riconducibile a tensioni socio-politiche nel 66,7% degli episodi, mentre le scritte sui muri e gli imbrattamenti rappresentano il modus operandi più ricorrente, pari al 26,7% dei casi.
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