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28 Settembre 2022 - 08:36
C’è un papiro molto speciale tra quelli conservati nel Museo Egizio di Torino, è uno dei più famosi al mondo ed è conosciuto anche come il “Turin King List” o come il “Papiro di Torino”. Contiene la lista di tutti i sovrani d’Egitto a partire da quelli “divini”, Geb, Osiride, Horo, Seth, Math, per passare poi al primo sovrano umano Menes/Narmer (3100 a.C.), fino all’ultimo sovrano del Secondo Periodo Intermedio (1650 a.C.). Questo documento unico, si tratta infatti dell’unica lista reale d’epoca faraonica scritta a mano giunta fino a noi, visionata anche da Champollion, il decifratore dei geroglifici, è tornato da ieri fruibile al pubblico dell’Egizio dopo il lavoro di ricerca e restauro di un qualificatissimo team di esperti: Kim Ryholt dell’Università di Copenaghen, Myriam Krutzsch dell’Agyptisches Museum und Papyrussammlung der Staattlichen Museen zu Berlin, Rob Demarée, egittologo dell’Università di Leiden, Susanne Topfer, responsabile della Collezione Papiri dell’Egizio.
Il Papiro dei Re, arricchito rispetto all’ultimo restauro avvenuto quasi un secolo fa di una trentina di frammenti conservati sempre presso la Papiroteca del museo, è ora esposto in una nuova sala al primo piano di via Accademia delle Scienze dove rimarrà visibile fino al 21 novembre prossimo, per poi trovare spazio a dicembre nella nuova sala dedicata alla scrittura. «A dicembre - anticipa la presidente - inaugureremo anche una grande mostra sulla scrittura».
Una data non a caso quella di ieri, 27 settembre, scelta per la presentazione ufficiale del papiro. «Il 27 settembre del 1822 - spiega il direttore Christian Greco - Jean-Francois Champollion annunciò in una conferenza stampa a Parigi di avere trovato la chiave di lettura dei geroglifici. Quel giorno ha segnato una svolta, ha segnato la nascita dell’egittologia».
Un bicentenario, quello che ieri l’Egizio ha festeggiato con l’ingresso gratuito dalle 19 alle 22, celebrato in altri musei del mondo, a partire dal Louvre.
Ma c’è anche un altro anniversario cui guarda il museo torinese: «Nel 2024 celebreremo il nostro bicentenario - è ancora la Christillin -. Abbiamo molti progetti in mente, che cambieranno il volto del museo». L’Egizio si avvia verso quella data sotto i migliori auspici: «Ci stiamo riprendendo in modo quasi inaspettato dalla pandemia» E la presidente snocciola i dati: «Da gennaio ad oggi abbiamo avuto 640 mila ingressi, nel 2019 erano stati 655 mila. Tenendo conto delle restrizioni che ci sono state, se facciamo una comparazione tra i due anni in periodi equivalenti, da maggio ad oggi, il dato di quest’anno è addirittura superiore a quello del 2019». Quattrocentotrentaquattromila a fronte dei 350 mila di tre anni fa.
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