Trump: «I dazi fanno volare le entrate dello Stato»

«Promesse fatte, promesse mantenute!» Con questo slogan tagliente, Donald Trump è tornato a esaltare la sua politica commerciale, rivendicando su Truth Social il successo dei dazi imposti durante la sua amministrazione. Secondo il presidente, le tariffe doganali avrebbero non solo garantito entrate "da record” per il bilancio federale, ma anche contribuito a frenare l’inflazione e a ridurre i prezzi al consumo, dai carburanti agli scaffali dei supermercati.

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«Negli Stati Uniti s’incassano NUMERI RECORD in dazi, con il costo di quasi tutti i prodotti in diminuzione, inclusi benzina, generi alimentari e praticamente tutto il resto. Allo stesso modo, l’INFLAZIONE è in calo», ha scritto Trump, che non perde occasione per sottolineare quella che considera una vittoria economica a tutto campo.

Parole che suonano come un messaggio elettorale anticipato e che rilanciano il dibattito sul protezionismo made in Trump, tema destinato a pesare anche nella prossima corsa alla Casa Bianca. Ma se l’ex presidente canta vittoria, il mondo degli economisti resta diviso: da un lato, c’è chi riconosce l’effetto-leva dei dazi su alcune filiere strategiche; dall’altro, non mancano i critici che sottolineano come i costi, spesso, ricadano sulle imprese e sui consumatori stessi.

Nel frattempo, Trump ribadisce la sua narrativa: tasse ai confini come strumento di forza economica e politica, con risultati – almeno secondo lui – visibili nei portafogli degli americani.