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Economia
31 Ottobre 2025 - 17:45
Intesa Sanpaolo chiude i primi nove mesi del 2025 con un utile netto di 7,6 miliardi di euro, in crescita del 5,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un risultato che batte le stime degli analisti e conferma la solidità della prima banca italiana, ma che non basta a rassicurare il mercato: in Borsa il titolo ha perso il 2,68%, scendendo a 5,55 euro. Il calo riflette soprattutto la contrazione del margine di interesse, sceso del 6,8% a 11 miliardi, un dato inferiore alle attese. I ricavi complessivi restano invece stabili a 20,4 miliardi di euro, sostenuti dalla crescita delle commissioni nette (+5,1%) e dal contributo dell’attività assicurativa, che con 1,4 miliardi segna il risultato più alto di sempre.
Sul fronte della redditività, il gruppo guidato da Carlo Messina conferma la sua capacità di creare valore per gli azionisti. Nei primi nove mesi sono stati maturati 5,3 miliardi di dividendi, di cui 3,2 miliardi già distribuiti a novembre come acconto. A questi si aggiunge il buyback da 2 miliardi concluso a ottobre. La banca continua a mantenere un’elevata efficienza operativa dato che i costi si sono attestati a 7,956 miliardi, in lieve calo rispetto al 2024, grazie alla riduzione delle spese per il personale e di quelle amministrative, solo in parte compensate dall’aumento degli ammortamenti.
Nel solo terzo trimestre Intesa ha registrato interessi netti per 3,68 miliardi, in calo del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, e commissioni nette per 2,444 miliardi, in aumento del 5,9%. Il risultato dell’attività assicurativa si è attestato a 450 milioni, mentre l’utile netto consolidato del trimestre è stato di 2,37 miliardi, leggermente inferiore al secondo trimestre ma in linea con le previsioni. Nonostante i segnali di rallentamento, Carlo Messina ha sottolineato la forza del gruppo e la sua posizione di leadership in Europa: «Grazie ai risultati dei primi nove mesi, Intesa Sanpaolo si conferma banca leader per solidità e capacità di creare valore. Nel 2025 restituiremo circa 8,3 miliardi agli azionisti, includendo l’interim dividend di novembre». Il ceo ha inoltre escluso nuove operazioni di fusione o acquisizione, ribadendo che «il capitale in eccesso deve restare agli azionisti».
Messina ha anche minimizzato l’impatto della nuova tassa sulle banche prevista dal governo, spiegando che l’effetto sul patrimonio e sull’utile netto sarà «assolutamente gestibile». Intesa continua intanto a sostenere l’economia reale: nei primi nove mesi del 2025 sono stati concessi circa 43 miliardi di euro di nuovi crediti a medio-lungo termine, con un aumento del 40% rispetto all’anno precedente. La banca ha inoltre aiutato più di 2mila aziende a tornare in bonis, salvaguardando oltre 10mila posti di lavoro.
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