Un'opera di riso: l'arte celebra gli 80 anni del Carnaroli

Era il 1945 quando Ettore De Vecchi, agronomo e visionario, creò il riso Carnaroli incrociando le varietà Vialone e Lencino. Un lavoro di selezione iniziato anni prima nei campi della sua cascina a Paullo, in provincia di Milano. Da allora, il Carnaroli è diventato sinonimo di eccellenza culinaria italiana, apprezzato in tutto il mondo per la sua capacità di assorbire i sapori e mantenere una consistenza perfetta. Non a caso è spesso definito il “re dei risi”.

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Per celebrare gli 80 anni dalla sua creazione, l’Ente Nazionale Risi ha realizzato una spettacolare opera di land art ispirata all’arte giapponese Tanbo. Utilizzando due varietà di riso – il classico Carnaroli e il Gioiello, una varietà aromatica dalle foglie nere – i tecnici hanno disegnato sul campo il numero “80”, con un chicco di riso stilizzato inserito nello “zero” e la scritta “Carnaroli”.

Con dimensioni pari a 60 metri per 55, l’opera è vasta quanto 17 campi da tennis, rendendola una delle più grandi creazioni artistiche nel riso mai realizzate in Europa.

Come ogni forma di land art, anche il “Risegno” è effimero e mutevole: con il passare delle stagioni, il disegno cambierà colore, passando dai verdi e viola della primavera ai dorati e marroni dell’autunno, fino al tempo della mietitura. Un ciclo naturale che riflette non solo il ritmo agricolo, ma anche la capacità del Carnaroli di adattarsi e rinnovarsi nel tempo, restando sempre al centro della tradizione gastronomica italiana.