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Bernardeschi e Veronica Ciardi: «Il 2 è il nostro numero d’amore»

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Quella tra Federico Bernardeschi e Veronica Ciardi è una storia d’amore all’insegna del due. Come le figlie che la coppia ha avuto, Deva e Lena. Ma anche come le proposte di matrimonio che l’ex attaccante di Fiorentina e Juventus ha dovuto presentare alla sua compagna prima di ricevere il sospirato sì.

Lo hanno raccontato a Verissimo, ripercorrendo il loro rapporto. Una storia d’amore nata di fatto a Formentera, ma iniziata in un altro modo: «Abbiamo cominciato a scriverci, come se fossimo uno il diario segreto dell’altro. Uscivamo da due storie particolari, quindi abbiamo iniziato a raccontarci e lì mi sono innamorata della sua anima». L’ex gieffina ha ammesso la sua paura iniziale, per i nove anni di differenza (lei ora ne ha 37, lui 28) anche se poi ha superato tutto e si è lasciata andare completamente.

Così nel 2018 è arrivata la prima proposta. Bernardeschi aveva portato la sua compagna davanti al mare e l’aveva fatta voltare verso l’oceano. Poi si era inginocchiato «ma lei non si girava. Aspettavo e non si girava più». Alla fine l’ha fatto e gli ha anche risposto: «Lei non mi ha detto di no, mi ha detto di sì sul momento perché tra di noi l’amore c’era. Però poi, dopo, mi ha parlato e mi ha detto “guarda, abbiamo altre cose da affrontare prima di questo passo”. Però devo dire che ad oggi aveva ragione», ha ammesso il calciatore.

La seconda invece è arrivata poco prima degli Europei 2021, quelli che anche lui ha contribuito a vincere. Meno romantica, è arrivata sul divano di casa in modo allegro: «Mo’ che famo? Se sposamo st’estate?», ha chiesto Federico in romanesco alla sua romanissima fidanzata. Il risultato? Le nozze celebrate a Carrara, dove è nato lui, il 13 luglio 2021, pochi giorni dopo la vittoria dell’Italia agli Europei.

Un giorno di festa velata dal lutto però perché un anno prima Veronica aveva perso l’amatissimo padre. Alle nozze l’aveva ricordato con un palloncino e la scritta “Papo”: «Volevamo che fosse lui ad accompagnarmi all’altare. Poi, purtroppo non ce l’ha fatta». E Bernardeschi ha ammesso che «quell’uomo era come un padre. Ce l’ho tatuato, ho scritto proprio “amico mio”».

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