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a torino santa rita

Vicini troppo rumorosi, arriva la polizia
Picchiano gli agenti: atterrati col taser

Una coppia che urlava in casa e lanciava bottiglie dal balcone si è avventata contro gli agenti delle Volanti: arrestati lui e lei

Taser

Un agente con il taser

«Vi rompiamo la testa». «Andate via, sbirri di m...vi scanniamo come porci». Non solo insulti. Ma calci e gomitate contro gli agenti, sferrati con una furia tale da costringere i poliziotti a usare il taser contro la coppia di aggressori: un uomo e una donna, conviventi, che avevano attirato l’attenzione dei vicini per le urla «fortissime» e per il lancio di bottiglie di vetro dal balcone. I poliziotti sono intervenuti qualche giorno fa nella palazzina di via Montezemolo 41 per controllare cosa stesse accadendo dentro a quell’ appartamento. Ma non appena la porta è stata aperta, lui e lei si sarebbero avventati contro la polizia urlando a squarciagola e picchiando quattro agenti delle Volanti.

Nella zuffa, due poliziotti sono rimasti feriti e l’inquilino ha riportato un ematoma sull’occhio. La coppia è stata alla fine arrestata per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. La strana “rissa” è approdata in tribunale, nell’aula delle direttissime. Sono state esposte, da accusa e difesa, due versioni opposte degli stessi fatti. Da una parte quella degli agenti della Questura, dall’altra quella della coppia. I due, un uomo di 57 anni, assistito dall’avvocata Maria Vittoria Prudenza e la compagna di 32 anni (difesa dall’avvocato Andrea Professione) sono comparsi davanti alla giudice Francesca Panni. Tutto è iniziato per una segnalazione dei vicini, che aveva sentito delle urla provenire dalla casa della coppia e aveva visto volare dal balcone frammenti di vetro, probabilmente cocci di bottiglia. «Una volta suonato il campanello - ha spiegato il pm - i due li hanno minacciati e li hanno colpiti con calci e pugni. Erano così violenti che è stato necessario il taser per bloccarli».


L’arrestata ha detto: «Eravamo arrivati in casa da cinque minuti per cenare. Abbiamo sentito suonare e abbiamo aperto senza chiedere chi fosse. I poliziotti hanno steso subito il mio ragazzo con il taser e io in 30 secondi sono stata scaraventata a terra. Ho lividi sulle braccia e sulle gambe». La sua versione non ha convinto la giudice, che le ha chiesto spiegazioni sui cocci di bottiglia sul pavimento. «Una folata di vento ha spaccato tutti i vetri mentre facevo le pulizie», si è giustificata la donna. L’indagato invece si è difeso dicendo di non ricordare più niente dal momento in cui gli agenti lo hanno immobilizzato con il taser. Entrambi hanno negato di essere sotto effetto di alcol. La giudice ha ritenuto, alla fine, le dichiarazioni degli indagati «generiche e scarsamente attendibili» e ha rinviato l’udienza, dopo averli scarcerati.

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