È un prodotto antichissimo e semplice e, per questo, capace ancora di affascinare e di sorprendere eventuali invitati a cena. Il semolino è ancora usato per produrre minestrine, gnocchi alla romana, pappe per i bambini. Anche se il semolino è il prodotto della macinazione dei chicchi dei cereali, il termine indica comunemente la macinazione del grano duro. Ha un apporto energetico piuttosto elevato: le sue calorie provengono soprattutto dai carboidrati complessi e dalle proteine. Durante la cottura, assorbe una notevole quantità di acqua che ne aumenta massa e volume.
La minestra di semolino si prepara con pochi e semplici ingredienti, ed è adattissima per scaldarsi dal freddo invernale. Basta versare il semolino a pioggia in una pentola con del brodo vegetale, lasciando cuocere il tutto per circa mezz’ora. In Piemonte, però, tradizionalmente si gusta il semolino dolce fritto: un componente essenziale del fritto misto alla piemontese, in genere associato all’ulti ma portata, quella dei dolci. Si tratta di piccole frittelline di semolino, ben dorate e dall’odore invitante. Si possono servire con il condimento dello zucchero a velo oppure gustate a parte, con un goccio di vino liquoroso, per un momento sfizioso.
Per prepararli bastano cinque decilitri di latte, 100 grammi di semola di grano duro, due o tre uova, due cucchiai di zucchero e altrettanti di liquore amaretto, 100 grammi di farina, un limone non trattato e del pangrattato per l’impanatura. Sarà necessario versare il latte in una casseruola e portarlo a ebollizione; verrà a quel punto unita la semola di grano duro, che dovrà disciogliersi nel latte (è meglio aiutarsi con una frusta). La cottura proseguirà per una ventina di minuti, al termine dei quali si aggiungerà la scorza grattugiata del limone e lo zucchero. Aggiungeremo anche un tuorlo d’uovo sbattuto.
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Il semolino, lasciato raffreddare e tagliato a fette, andrà a questo punto impanato in un composto di uova sbattute e un goccio di latte; quindi, andrà tutto immerso in abbondante olio d’oliva. Al termine della frittura, dovremo scolare le fette di semolino fritto dall’olio in eccesso, adagiandole su un piatto sul quale avremo precedentemente disposto della carta assorbente, per eliminare i grassi in eccesso. Spolverati con zucchero a velo, i semolini fritti piemontesi sono una vera galuperia!.
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