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Una zuppa con cavoli e fagioli: in Toscana la ribollita è di casa

ribollita traditional tuscany soup

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Il cavolo nero è un grande protagonista dell’autunno e dell’inverno. Almeno, lo è da qualche anno, da quando - cioè - è diventato un ortaggio “modaiolo”. Lungi dal criticarlo per questo motivo, anzi: è un cultivar particolarmente ricco di sostanze nutritive, depura e disintossica l’organismo in particolare fegato e reni. Inoltre, è utile per le carenze vitaminiche, in quanto ricco di vitamina A, vitamina C e vitamina E. In Piemonte era poco diffuso, ma in Toscana è di casa: è infatti anche soprannominato cavolo toscano, ed è protagonista di un piatto tipico del Centro Italia, la ribollita, diffusa in modo particolare tra Firenze, Arezzo e Pistoia. Un tempo, era il piatto del venerdì, essendo privo di carne.

Cos’è, dunque, la ribollita? Si tratta di una zuppa povera, che si riscalda due volte (altrimenti sarebbe una banale zuppa di pane). Ingredienti principali sono le verdure, e in particolar modo i fagioli e il già descritto cavolo nero, che dovrebbe essere colto nel momento invernale, quando è più saporito. La zuppa va fatta ribollire nel forno a legna o in qualsiasi altro forno, in un tegame con il fondo spesso. Pellegrino Artusi chiama la ribollita “Zuppa toscana di magro alla contadina” ed è stata, da lui inserita, come ricetta n° 58, nel celebre manuale La Scienza in Cucina.

Leggiamola insieme: “Mettete i fagiuoli al fuoco con l’acqua suddetta unendovi le cotenne. Già saprete che i fagiuoli vanno messi ad acqua diaccia e se restano in secco vi si aggiunge acqua calda. Mentre bollono fate un battuto con un quarto di una grossa cipolla e due spicchi d’aglio, due pezzi di sedano lunghi un palmo e un buon pizzico di prezzemolo. Tritatelo fine, mettetelo al fuoco con l’olio soprindicato e quando avrà preso colore versate nel medesimo gli erbaggi tagliati all’ingrosso, prima i cavoli, poi la bietola e la patata tagliata a tocchetti. Conditeli con sale e pepe e poi aggiungete sugo di pomodoro o conserva, e se nel bollire restassero alquanto asciutti bagnateli con la broda dei fagiuoli. Quando questi saranno cotti gettatene una quarta parte, lasciati interi, fra gli erbaggi unendovi le cotenne; gli altri passateli dallo staccio e scioglieteli nella broda, versando anche questa nel vaso dove sono gli erbaggi. Mescolate, fate bollire ancora un poco e versate ogni cosa nella zuppiera ove avrete già collocato il pane tagliato a fette sottili e copritela per servirla dopo una ventina di minuti”.

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