l'editoriale
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04 Gennaio 2022 - 09:24
«La condanna a Fenestrelle faceva in quei tempi tanto spavento in Italia, quanto sul farlo nelle parti settentrionali d’Europa la relegazione in Siberia. Penose sono le notti d’inverno per la loro lunghezza, durando in qualche tempo per sedici ore foltissime tenebre: ed il tristo silenzio che regna in quella vasta solitudine non è interrotto che dai fischi de venti impetuosi, o talvolta dallo scroscio spaventevole di grandi massi di neve».
Così descriveva la fortezza di Fenestrelle il cardinale Bartolomeo Pacca, che vi fu rinchiuso per ordine di Napoleone Bonaparte dal 1809 al 1813. Napoleone, infatti, aveva valorizzato l’antica fortezza sabauda potenziando la sua funzione di bagno penale: Fenestrelle divenne, nel periodo francese, una delle più temute prigioni del mondo, specializzata nella reclusione degli oppositori del regime bonapartista. Strano destino, quello del forte di Fenestrelle, che fu - ed è ancora - la più estesa fortificazione europea, una specie di piccola muraglia cinese piazzata a cavaliere delle Alpi. Dal punto di vista strettamente architettonico, è un capolavoro dell’ingegneria alpina. Dal punto di vista militare, una fortezza inespugnata. Beninteso: inespugnata perché qui non si svolse nessun fatto d’armi degno di nota. Nessuno osò mai attaccare Fenestrelle, la cui imponenza era un deterrente sufficiente per sconsigliare gli eserciti nemici dal dare qui battaglia. Appena nel 1799 - con l’attacco dei cosacchi di Suvorov - ed alla fine della seconda guerra mondiale qui si sparò qualche colpo d’arma da fuoco, e nulla più.
Dunque, nessuno può dire come questa fortezza, capolavoro di Ignazio Bertola, avrebbe retto ad un assedio prolungato. Probabilmente, avrebbe dato filo da torcere all’eventuale esercito assediante. Un po’ come la fortezza Bastiani del capolavoro di Dino Buzzati, anche a Fenestrelle le giornate erano tutte uguali, in assenza di battaglie campali. E così, per la sua ubicazione particolare e per la sua imponenza, Fenestrelle fu destinata a prigione.
Nel Settecento i Savoia vi spedirono ciclicamente personaggi scomodi, Napoleone sfruttò notevolmente la fortezza per incarcerare i dissidenti. Ma fu specialmente nell’Ottocento che il forte divenne celebre come bagno penale, destinato in particolar modo ai cosiddetti briganti borbonici; c’è chi ha accusato per questo motivo i Savoia di aver reso Fenestrelle una specie di lager.
Nulla di ciò: Fenestrelle, prigione pur durissima, non accolse mai i numeri spaventosi di prigionieri che una certa propaganda ancora oggi denuncia. Numeri alla mano, altre fortezze sabaude ospitarono più detenuti politici di quelli che furono ospitati a Fenestrelle. Ma ormai su questa fortezza gravava una fama sinistra, che l’ha resa nota in Europa non per la superbia della sua architettura, ma per la durezza del suo carcere.
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