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01 Marzo 2022 - 10:35
A Torino c’è un piccolo Pantheon che anche i torinesi conoscono poco. È il Mausoleo della Bela Rosin, un gioiellino immerso in un parco di circa trentamila metri quadrati, purtroppo abbandonato per lunghi anni, danneggiato e devastato, che fortunatamente è stato rivalutato negli ultimi anni. Secondo la tradizione, Vittorio Emanuele II conobbe Rosa Vercellana - la Bela Rosin - nel 1847, nei pressi del castello di Racconigi. Sia come sia, l’allora principe ereditario se ne innamorò perdutamente. E nulla importava che lui fosse sposato con la nipote dell’imperatore d’Austria, mentre lei fosse la figlia di un tamburo maggiore. Ancor meno sembrava importare che lui avesse 27 anni e lei appena 14.
Quello tra Vittorio Emanuele II e Rosa Vercellana (1833-1855) fu un amore vero, passionale, durato tutta la vita. La relazione tra “re Tòjo” e la popolana non sarebbe stata motivo di particolare scandalo: la corte era avvezza al carattere del sovrano, e soprattutto alla sua passione per le donne. Tuttavia, ciò che era inaccettabile era l’ostentazione che il re di Sardegna faceva di questa unione adulterina; tanto più che con Rosa - per tutti, Rosina o affettuosamente “la Bela Rosin” - Vittorio Emanuele era prodigo di regali principeschi, come il borgo della Mandria e il castello di Sommariva Perno. Rosina divenne la contessa di Mirafiori e di Fontanafredda.
“Il Bigio” - come Rosa lo chiamava teneramente - seppe vincere le maldicenze e per difendere la loro unione si scontrò più volte con il conte di Cavour. E, morta la regina, la coppia si unì in matrimonio morganatico. Nel mentre la storia aveva posato sulla testa di Vittorio Emanuele la corona d’Italia, e lei lo seguì a Firenze e Roma. Quando Vittorio morì, nel 1878, Rosina si ritirò a Pisa. Non essendo mai stata regina, non venne sepolta nel Pantheon; per lei, però, i figli Vittoria ed Emanuele fecero costruire un Pantheon in miniatura, sulle sponde del Sangone: per l’appunto, il mausoleo della Bela Rosin, che oggi è un po’ il simbolo di Mirafiori Sud.
Progettato da Angelo Demezzi, fu completato nel 1888. Il luogo non fu scelto a caso: proprio qui sorgeva, in passato, l’antica reggia di Mirafiori. Nel corso del lungo degrado, vennero addirittura profanate le sepolture e il mausoleo fu occupato da degli estremisti politici. Le pareti furono imbrattate e l’intero luogo fu considerato pericoloso; con la nomea di area malfamata, gli stessi residenti di Mirafiori Sud decisero di girare al largo dalle cancellate logore del vecchio mausoleo, fino al 2001, quando fu approvato il progetto di recupero del mausoleo, diventato negli ultimi anni centro di attività di spettacolo e cultura.
E le spoglie della Rosina? Sono state traslate al Monumentale. Oggi, una semplice lapide ricorda la favola di una donna che non ebbe mai la corona, né la cercò: a lei bastava essere regina nel cuore di suo marito.
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