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In piazza d’Armi il “Comunale”, stadio costruito in tempi record

Comunale
Da sempre, le piazze d’Armi di Torino sono state destinate non soltanto alle manovre militari, ma anche allo sport. Non è un caso se lo storico stadio Comunale di Torino si trova nella piazza d’Armi di Santa Rita. Bisogna dire che, inizialmente, il Comunale si chiamava stadio Benito Mussolini. Le prime immagini che abbiamo rivelano uno stadio costruito nel nulla: costruito in ossequio ai criteri del razionalismo in voga all’epoca, il Mussolini appare nelle fotografie dell’epoca splendente e rigoroso nelle sue linee geometriche perfette e un po’ severe, ma sostanzialmente in mezzo ai campi.

Il nuovo stadio faceva parte di un vasto complesso di edifici dedicati allo sport, poiché il regime fascista dava notevole importanza alla salute fisica e all’educazione sportiva. Un campo di atletica, una piscina, lo stadio, la “torre Maratona” (che dà ancora il nome alla curva della tifoseria organizzata del Torino): non è un caso se nel 1933, nel complesso nuovo di zecca, si svolsero gli annuali “Giochi Littoriali” e i campionati internazionali studenteschi.

Per costruire lo stadio Mussolini ci volle nemmeno un anno: i lavori iniziarono nel settembre 1932 e terminarono nell’aprile 1933. Considerate le tempistiche odierne per la costruzione di una qualsiasi infrastruttura, furono davvero dei lavori record. Il progetto era dell’architetto Raffaello Fagnoni e degli ingegneri Dagoberto Ortensi ed Enrico Bianchini: sugli spalti potevano stare 65mila persone. Forse, c’erano più posti a sedere nello stadio che persone nell’intero quartiere Santa Rita, allora in costruzione: le foto dall’aereo rivelano uno stadio ancora circondato da ampie aree verdi.

Il taglio del nastro fu effettuato il 14 maggio 1933 dal segretario del partito Achille Starace, in occasione dei “Littoriali” della Gioventù. Nel 1939, nei locali dello stadio fu ospitato il museo dell’automobile. Tuttavia, la sede non era ideale per la conservazione delle vetture, specialmente per i forti sbalzi termici. Così, dopo la seconda guerra mondiale, si pensò nuovamente di cambiare la collocazione della raccolta, destinandole una sede specifica. Si arrivò così alla sede attuale in corso Unità d’Italia 40, costruita tra il 1959 ed il 1960, intitolato a Carlo Biscaretti di Ruffia, figlio di Roberto e curatore della collezione, morto prima di veder ultimato il museo.

Tornando allo stadio, quando il regime fascista cadde, lo stadio mutò rapidamente nome: il nome di Mussolini fu cancellato e l’edificio rimase semplicemente il “comunale” fino alla nuova intitolazione a Vittorio Pozzo, l’allenatore che portò la nazionale a vincere due volte la coppa del mondo, nel 1934 e nel 1938 e un’olimpiade. L’intitolazione avvenne nel 1986, nel centenario della nascita. Lo stadio già Comunale ed ex Vittorio Pozzo divenne, nel 2006, lo stadio Olimpico; quindi, dal 2016, ha mutato nome in stadio Grande Torino, come il piazzale antistante (il prolungamento di corso Sebastopoli) che dal 2012 porta anch’esso il nome della squadra vittima dell’incidente di Superga.
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