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Buone azioni e rimozioni

rachid
Ma davvero, in una città grande come Torino, tra tante auto senza assicurazione parcheggiate in strada o abbandonate da tempo (sono anche questi segni della crisi), c’era l’urgenza di portare via la vecchia Seat che serviva da casa al povero Rachid? Certo la legge è uguale per tutti, ma per beccare una vettura non assicurata, parcheggiata in mezzo alle altre negli stalli davanti alla stazione, ci vuole proprio occhio. Oppure (il maligno che è in me parla) bisogna saperlo e andarci a colpo sicuro. Anche perché Rachid l’aveva detto chiaramente che l’assicurazione era scaduta. Adesso grazie al cuore della gente per bene, che esiste ancora, esiste sempre anche in mezzo alla pandemia e al cinismo dei tempi, per qualche notte starà al caldo. Non che per chi è nella situazione faccia grande differenza, ma sarebbe stata una beffa atroce che fosse costretto a rimanere in strada proprio nelle ore, nei giorni in cui Torino chiede un segnale per il futuro alla sua reliquia, a questa curiosa “ostensione” virtuale. Ma quanti come Rachid, quante sindoni di uomini sofferenti del loro calvario ci sono nelle nostre città? Rachid chiede un lavoro. Qualcuno glielo ha anche offerto, ma i documenti irregolari complicano tutto, adesso. Rachid, che è anche un eroe per aver salvato delle vite umane, anni fa, sta sospeso in un limbro. Non è possibile salvare o aiutare tutti, ma in questo caso, nella grande galassia del Comune e delle sue partecipate, non c’era una soluzione, un posto per lui? Senza essere melensi, ma immaginate anche solo che promozione d’immagine una buona azione del genere. Chi l’ha compiuta, con il poco che poteva dare, l’ha fatto senza telecamere. Nel silenzio.

andrea.monticone@cronacaqui.it
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