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La violenza negazionista

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Le previsioni non promettono nulla di buono. Quella che per molti sarà una giornata simbolo, con l’entrata in vigore del lasciapassare anche a scuola e sui mezzi di trasporto, rischia di mostrare il volto peggiore della pandemia. Tanto che il Viminale ha annunciato “tolleranza zero” per la chiamata a raccolta di No Vax e No Green Pass: pronti a occupare cinquanta stazioni in tutta Italia e dare inizio a una settimana di proteste. L’occasione, forse, per sfogare una rabbia repressa da più di un anno e mezzo: al suon di slogan, come “Basta dittatura”, che rievocano Forconi e Gilet Gialli, tenendo insieme antagonisti di destra, sinistra e i più bizzarri negazionisti. Con il rischio, però, di coinvolgere anche tante persone per bene. La loro frustrazione si è mossa sottotraccia. Un fiume carsico che ha iniziato a scorrere da quando il maledetto virus ha invaso il mondo e fatto implodere l’economia, con migliaia di aziende in ginocchio e le famiglie più fragili in povertà. Da più di sei settimane, non a caso, questi sentimenti repressi trovano il loro sfogo naturale nella mobilitazione dei No Vax. Sempre più violenti nelle frange estreme. Diventati anche oggetto di indagine per i servizi segreti, vista la facilità di organizzarsi e moltiplicarsi attraverso canali WhatsApp e Telegram. Barricadieri digitali e leoni da tastiera che potrebbero non disdegnare la violenza. Così come le minacce di morte a politici, medici, giornalisti e personaggi famosi. A partire dal premier Mario Draghi e i ministri Di Maio e Speranza, professori come Fabrizio Pregliasco o l’infettivologo Matteo Bassetti, aggredito anche sotto casa nei giorni passati. Fino ai presidenti di Regione, tra cui Alberto Cirio e Stefano Bonaccini. I loro nomi sono inseriti in vere e proprie liste di proscrizione con indirizzi, numeri di telefono e addirittura fotografie delle abitazioni o degli studi professionali di quelli che vengono indicati come «manipolatori». Ed ecco che quel fiume viene allo scoperto, contaminato dal veleno. Quello che circola, ormai da giorni, attraverso le “chat” con cui si organizzano le proteste in tutte le città. Torino compresa. Un presidio «organizzato dal popolo, autogestito, pacifico», si legge nel volantino anonimo insieme al programma per occupare, oggi, Porta Nuova. Adunata alle 14.30 e poi, «si entra e si rimane fino a sera». Domani passeranno sotto le finestre dei palazzi delle Regioni. Venerdì, le «sedi di leccaculo e canali di manipolazione». Sabato, invece, proteste in tutta Italia dalle 18. Domenica «riposo» e, lunedì, presidio a Montecitorio. Violenti e ben più minacciosi, invece, sono i commenti ad ogni messaggio su Telegram. Come nel canale “Basta dittatura”, che tra le ultime iniziative ha lanciato la raccolta degli indirizzi di casa delle «merde criminali» e un appello affinché gli insegnanti No Vax non si presentino a scuola perché «non hanno supplenti a sufficienza già ora, non possono fare nulla». Nel frattempo l’elenco dei «nemici» si è aggiornato con indirizzi delle redazioni di giornali e agenzie stampa. E oltre ai ministri, tra i politici a favore del vaccino qualcuno dal Piemonte ha indicato anche il governatore Alberto Cirio, pubblicando la fotografia di un portone e chiedendo di verificare l’indirizzo a Alba. «Non sono le minacce che mi spaventano - commenta Cirio, già messo sotto scorta in passato per le minacce No Tav - ma sapere che, nonostante tutto quello che abbiamo vissuto e affrontato, c’è ancora chi confonde il nemico da combattere. E il nemico è il Covid. Concentrano le loro energie sul bersaglio sbagliato. Che minacciano senza rendersi conto che le vere minacciate sono loro». enrico.romanetto@cronacaqui.it
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