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Brutta pagella per Torino

Torino (foto Depositphotos)

Torino (foto Depositphotos)

La pillola è amara. E se da tempo viviamo una città che appare priva di grandi prospettive, con problemi gravi sull’occupazione e una crescente povertà che trascina con sé tensioni sociali non trascurabili specie nelle periferie, gli analisti del XXII rapporto «Giorgio Rota», ci vede come una «città sospesa» dove la pandemia ha colpito forte su un tessuto già provato dalla decrescita dell’ul - timo decennio, senza quelle prospettive di ripresa che tutti ci aspettiamo. In sintesi, siamo una delle metropoli più povere del nord Italia, che pure hanno vissuto - purtroppo vivono - come noi i disastri del Covid.

Più poveri, ma si sapeva bene, di Milano, ma anche di Bologna e di Firenze, per non parlare di tutta l’area del Veneto. Come dire che il modello di crescita industriale è ancora troppo legato alla “Città Fabbrica” nonostante il progressivo abbandono di Fiat, con ricadute negative sull’indotto rappresentato da fabbriche grandi e piccole nate e cresciute per essere fornitori del Gruppo e oggi in seria difficoltà. Con ricadute pesanti sull’occupazione e di conseguenza sulle famiglie. E non è una nota a margine la crescita esponenziale delle richieste di aiuto, persino per un pasto caldo.

E non va meglio quando sulla nostra pagella si parla di aria e di ambiente: siamo una città inquinata tanto da meritarci un commentino amaro quanto o più della pillola di cui parlavo prima. «Torino non riesce a schiodarsi dal ruolo di città cerniera tra Paesi sviluppati e non». Il voto è negativo e il futuro appare incerto, anche nella prospettiva di poter utilizzare i fondi del Pnrr. Tanti progetti, forse anche troppi nel New Generation Piemonte, ma una sorta di pigrizia politica nel fare le giuste selezioni, per evitare una pioggerella di micro finanziamenti che poi portano all’insuccesso generale.

E in fondo la incapacità di prendere iniziative da parte delle istituzioni che faticano a dialogare, si è vista con la triste cantilena sulla Tav (voluta a furor di popolo nonostante il niet dei grillini) e della seconda linea della metropolitana, per non parlare poi del grattacielo della Regione, una pura vergogna per il territorio. Invertire la rotta? Gli analisti faranno domande. Cirio e Lo Russo, da poco sindaco, dovranno rispondere.

beppe.fossati@cronacaqui.it
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