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Password e sortilegi

girl stands near the gray wall with painted pentagram in round.

Foto: Depositphotos

Una divinità lacrimante, una veggente che si dichiari reincarnazione di una sacerdotessa dell’antico Egitto, un sasso dalla forma strana nel bel mezzo della foresta, un qualche animale mitologico, oppure una denominazione abbastanza altisonante e aulica per sembrare seria: c’è tutto un campionario a disposizione di chi volesse gettarsi nel business delle sette. E i possibili adepti non mancano: che si tratti di cercare il paradiso in terra, di combattere la cospirazione rettiliana o la cosiddetta sostituzione etnica, non è difficile trovare abbastanza seguaci per qualsiasi cosa, anche se, certo, bisogna fare attenzione su determinate cause alla concorrenza feroce della politica, con cui si condivide un’ampia fetta di mercato. E dove c’è mercato c’è business, c’è il soldo facile: lo sanno bene gli imprenditori della new economy delle truffe che hanno trasformato il web - meglio ancora se il Darknet, ma spesso vanno bene anche i social di uso comune - in riserva di caccia e azienda al tempo stesso, aiutati dalla solitudine e dagli altri mali di questo mondo. Un esempio in questo senso arriva dalla mafia nigeriana, che ha sostituito frustate e riti di sangue con le «truffe romantiche», con l’adescamento - ci sono alcuni che si fingono marines americani o veterani di guerra - di ricche signore, o almeno benestanti, meglio se fresche vedove: l’industria ha l’interlocutore adatto per ognuna, a seconda della lingua, della religione, delle abitudini, pronto a trasformare il corteggiamento in estorsione. Il denaro, spostato elettronicamente, sparisce e le vittime spesso non denunciano. Per vergogna, per l’assurda convinzione di essere state amate o considerate per un poco e che il denaro, in fondo, sia un ben misero prezzo da pagare. E i santoni 2.0 se la ridono.

andrea.monticone@cronacaqui.it
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