Guerra nucleare: ritorna l’incubo

Alle 15,43 ora italiana l’agenzia di stampa russa Interfax citando fonti dell’esercito annuncia: «Le forze ucraine stanno sparando molto vicino alla centrale nucleare di Zaporizhia e i colpi hanno raggiunto il tetto di una struttura dell’impianto». Aggiunge l’agenzia Ria Novosti che nel fabbricato «è immagazzinato materiale radioattivo per alimentare i reattori». Una notizia che fa raggelare il sangue, perché pur nella triste abitudine della disinformazione usata come arma che impedisce di attribuire reali responsabilità ai due contendenti, le fotografie che ritraggono un’enorme voragine vicino al reattore numero 2 non lasciano dubbi sul fatto che qualcuno l’attacco lo abbia sferrato davvero. Un bombardamento a orologeria proprio mentre parte la missione della Aiea, l’agenzia internazionale dell’energia atomica, che dovrà verificare lo stato dei luoghi e dirci finalmente se esiste un concreto pericolo di radiazioni nucleari.

Così ricomincia l’incubo di una guerra totale che nelle ultime settimane potrebbe essere stata più volte sfiorata. E tornano in mente gli ultimi giorno di febbraio quando a fare paura era Chernobyl con il suo carico di distruzione e di morte. Improvvisamente questo conflitto torna a destare sgomento anche a casa nostra, in una Europa che si è scoperta impotente di fronte alla possibilità di imporre logiche di pace, in un clima che si fa sempre più complicato per un’altra guerra, quella dell’energia che ci vede tutti in prima linea, famiglie, aziende e governi. Capita così che in piena campagna elettorale le forze politiche siano costrette a una sorta di armistizio per evitare il peggio alla nostra società, lasciando di fatto il cerino ancora una volta nelle mani di Draghi.