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Un Flash illumina il buio del degrado

flashback gn 2
Il fascino di una villa del primo ‘900 recuperata dall’ingegno di due donne coraggiose che l’hanno trasformata nel quartiere generale dell’arte. E un palazzaccio diventato malefico dopo le occupazioni di disperati e di zingari che ne hanno fatto il loro covo. O come si è detto in tribunale, un qualcosa che è peggio del Bronx. Per capirci meglio: un posto dove non entra neppure la polizia. Non c’è una linea di continuità neppure geografica tra questi due volti della nostra città. Ma piuttosto la contrapposizione tra la vitalità dei privati che stimolano le Istituzioni al fare e poi risanano luoghi abbandonati, come la villa di corso Giovanni Lanza dove a novembre vedrà la luce Flashback offrendo ospitalità alle più note gallerie d’arte d’Italia, e la politica immobile che accetta supina lo strapotere di speculatori che sfruttano la disperazione e consentono al malaffare di prosperare, come accade in corso Vigevano, là dove Barriera Milano e borgo Aurora si incontrano in uno dei lembi della città più fragili e degradati. Due esempi, luci e ombre che si contrappongono, come sempre più spesso accade nella nostra Torino che ha bisogno di un progetto teso a recuperare le aree abbandonate. Fabbriche, teatri, palazzi anche di pregio, negozi che affogano nel degrado e diventano luoghi dove la malavita fa il bello e il cattivo tempo. Mi chiedo se esista almeno un censimento dell’abbandono e come l’amministrazione scrollandosi di dosso l’incuria del passato intenda operare. Certo è che è triste cogliere solo lampi di luce in un grigiore che stona con le ambizioni di chi invoca la vocazione turistica internazionale.

beppe.fossati@cronacaqui.it
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