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IL BORGHESE

Strategia del silenzio sulla Fondazione Crt

Leggi il commento del direttore Beppe Fossati

Strategia del silenzio sulla Fondazione Crt

Strategia del silenzio sulla Fondazione Crt

Sul patatrac della Fondazione Crt, piaccia o non piaccia, grava ancora la gigantesca ombra di Palenzona. E sono in molti a scommettere che Big Fabrizio non si sia rassegnato ad abbandonare l’incarico come se nulla fosse. Ma nessuno osa andare oltre i bisbigli, abitudine che i torinesi hanno ereditato da San Damiano noto per il detto “lanciare la pietra e nascondere la mano”. Quel che è certo è che l’appuntamento che il consiglio di indirizzo della Fondazione ha fissato per martedì 7 maggio, per valutare i requisiti di eventuali candidati che potrebbero essere scelti (e dunque votati) il prossimo 20 maggio, sarà solo un incontro di cortesia.

Perché i problemi, oggi, sono ben altri e riguardano le decisioni del ministero dell’Economia che, come è noto, ha l’obbligo di vigilanza sul rispetto del bilancio d’esercizio, l’equilibrio finanziario della Fondazione, il rispetto degli statuti e dei regolamenti. E, in ultima analisi detiene il potere del commissariamento che è stato esercitato una prima volta nel 2018 con la Fondazione Banco di Napoli. In questo contesto poteva essere ghiotta l’occasione per chiedere lumi al ministro Giancarlo Giorgetti alla prima torinese sull’intelligenza artificiale. Ma lui diplomaticamente ha detto solo che la Fondazione ha chiesto una proroga rispetto ai tempi richiesti il 23 aprile (10 giorni) per inviare a Roma i documenti e i verbali delle riunioni consiliari, sia quella che ha portato alla sfiducia del segretario generale Andrea Varese, sia quella, assai più gustosa, relativa alle nomine nelle partecipate, ossia Ogr, Equiter e Ream.

Come dire, non dicendolo, che tutto slitta nel tempo. Ma senza date precise. E negando persino che la giornata sia stata propizia per un incontro con il presidente della Regione, Alberto Cirio e il sindaco Stefano Lo Russo a cui spettano ruoli da kingmaker sulla Fondazione. Insomma nessuno avrebbe incontrato nessuno. E le bocche sono rimaste cucite. Ma la pentola bolle e intanto fioriscono i nomi dei candidati. Che pure loro dovranno aspettare. In fondo, a pensarci bene, se la ride solo Palenzona.

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