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Il Borghese
02 Settembre 2025 - 05:50
La domanda è: perché «i francesi ancor s’incazzano»? E stavolta non c’entra il ciclismo cantato da Paolo Conte. Ma i miliardi, tanti miliardi (pare). Procediamo con ordine.
La Francia accusa l’Italia di “dumping”, ossia di politiche fiscali favorevoli per attirare investitori stranieri (o anche solo residenti), praticamente svantaggiando la Francia che invece, a suo dire, sta per preparare la stangata sui super ricchi. Il premier Bayrou scopre con otto anni di ritardo la cosiddetta CR7 Tax, ossia la flat tax che consente ai cittadini stranieri di arrivare in Italia pagando un piccolo forfait in tasse. Nel 2017 fu l’assist alla Juve per poter tesserare Cristiano Ronaldo (ma abbiamo visto come è finita).
E a quanto pare funziona anche per miliardari, imprenditori e speculatori assortiti: sta cercando casa a Milano, riporta MilanoFinanza, il figlio del Paperone del Lusso (rigorosamente con la maiuscola) Bernard Arnault; ci è già arrivato Nassef Sawiris, coproprietario dell’Aston Villa e uomo più ricco d’Egitto (con residenza a Londra) in fuga dal Regno Unito che ha aumentato le tasse sui profitti da private equity, più tutta una serie di ex espatriati, in particolare in Svizzera, che stanno riportando in Italia terga e (alcuni) capitali, ingolositi dallo sconto del 50% sui redditi che avranno nel nostro Paese.
Il nostro governo in risposta ha ricordato che la flat tax riguardava al massimo 100.000 euro all’epoca di Ronaldo e adesso è a 200.000 e che in realtà l’Italia è sempre stata «penalizzata dai cosiddetti paradisi fiscali europei» da MonteCarlo al Lussemburgo - dove hanno sede, guarda caso, molti pilastri del Made in Italy, dalla holding dell’impero d’oro della Ferrero, a Eni e alla succursali delle principali banche, da Unicredit a Intesa Sanpaolo - o al Liechtenstein, dove invece ci sono le fiduciarie di casa Agnelli/Elkann. E’ il «nomadismo fiscale» bellezza, e solo gli stipendiati e pensionati italiani non possono farci niente...
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