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Il caso

Rosatelli tra i “ragazzi di Vanchiglia”: oggi il sindaco chiamato a rispondere

La presenza sorridente dell’assessore Rosatelli al corteo pro-Askatasuna scatena lo scontro politico: accuse dal centrodestra, richieste di dimissioni e una seduta di Consiglio decisiva per il sindaco Lo Russo.

Rosatelli tra i “ragazzi di Vanchiglia”: oggi il sindaco chiamato a rispondere

La presenza dell’assessore alle Politiche sociali di Sinistra Ecologista Jacopo Rosatelli in testa al corteo pro-Askatasuna, che sorridente posa al fianco di uno dei garanti del Patto della Città con Aska, Ugo Zamburru, è diventata un vero e proprio detonatore politico. La richiesta è chiara: «Via Avs».

«Sono in piazza per esprimere dissenso sulle azioni e sulla linea del governo. Autoritarismo e repressione vanno rispediti al mittente», rivendica l’assessore, pur condannando successivamente «gli ingiustificabili atti di violenza».

Una spiegazione che non basta al centrodestra, per cui la presenza di un membro della giunta al corteo poi degenerato in scontri, tra “quelli di Aska”, non può essere tollerata.

«Rosatelli al corteo sbugiarda le parole di condanna del sindaco sulle proteste violente», aveva accusato l’assessore regionale Maurizio Marrone (FdI), che in mattinata era finito nel mirino per una scritta minacciosa comparsa a Vanchiglia: “Marrone datte fuoco”.

«Ora Lo Russo abbia il coraggio di allontanare dalla giunta la sinistra radicale di Avs oppure si dimetta», aveva poi aggiunto. Di gestione fallimentare, d’altronde, aveva parlato anche la quota M5S in Consiglio comunale: «Le conseguenze ricadono interamente su di lui. Per questo chieda scusa ai torinesi e si dimetta», l’occasione di attacco che Lo Russo serve su un piatto d’argento al capogruppo 5S Andrea Russi.

Più sfumata, ma non indulgente, la posizione di Silvio Viale, che con tanto di parrucca e naso finto (le stesse che nel corso del primo sopralluogo effettuato ad Aska a suo tempo, i “ragazzi di Vanchiglia” avevano fatto trovare ai consiglieri comunali al suo interno), commenta: «Ero perplesso sin dall’inizio perché non vi era una chiara abiura della violenza. I tempi lunghi avevano già aperto gli occhi al sindaco e al Pd, che non sapeva come smarcarsi da Avs. Ora non bisogna farci strumentalizzare dalla retorica anti-governo». Che, a suo modo, è un’espressione di solidarietà nei confronti del sindaco.

Resta ora il passaggio in Consiglio, dove Lo Russo sarà oggi chiamato a riferire. Una seduta che si preannuncia a dir poco tesa e che potrebbe segnare uno spartiacque politico.

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