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01 Luglio 2021 - 08:46
Il “serpente” è un grattacielo orizzontale, che si estende per circa un chilometro di lunghezza e nove piani di altezza, a Corviale, periferia di Roma: un progetto architettonico che prevedeva appartamenti, negozi, spazi di condivisione e convivialità è diventato una sorta di ghetto delle speranze perdute, tra ascensori guasti, spacciatori ai ballatoi dei piani alti, case fatiscenti, abbandono e degrado, ma anche la volontà di tirare avanti, di sopravvivere, di migliorare la propria esistenza. Qui, “Nella tana del serpente” (Fazi, 16 euro), nuova prova dell’avvocato e scrittore Michele Navarra, vive Elia Desideri: vedovo, con due figli, piccolo commerciante alle prese con la crisi, l’incredulità di scoprire che, nonostante quello che aveva sempre immaginato, è lui a finire in galera prima di suo figlio, trascinato in un giro di spacciatori di droga. Già, perché Elia è un uomo amareggiato e scontroso, che si scaglia spesso contro gli immigrati che vivono intorno a lui, primi fra tutti i Bayazid, rifugiati siriani suoi vicini di casa, considerati alla stregua di nemici. Dopo diversi litigi e minacce, quando il giovane Nadir Bayazid viene ritrovato morto, Elia diventa subito il principale sospettato. Eppure, l’uomo giura di essere innocente e chiede aiuto all’avvocato Gordiani.
In sella alla sua Vespa Arcobaleno, affiancato dai colleghi di studio e dalla socia Patrizia con la quale la passata attrazione, complice una delicata situazione, ritorna prepotente e sconvolgente, Gordiani si trova catapultato al centro delle indagini. Perché anche lui appare convinto dell’estraneità di Desideri, ma indagare nelle spire del Serpentone non è facile.
Dalla sua parte, i carabinieri con il sorprendente maggiore Gavazzo, di origini etiopi, e lo straordinario maresciallo Cipriani, un vero e autentico uomo dell’Arma.
Di fronte a loro, la banda che ha cooptato Luca, con il capo Marco - che ha un insospettabile talento artistico che coltiva quasi di nascosto - il Gigante e altri personaggi, ma anche quella rivale, quella «degli egiziani» in cui era finito Nadir: giovani delinquenti di piccolo cabotaggio che sognano il salto di qualità, ormai italiani di seconda generazione che parlano alternando il romanesco all’arabo.
E poi il mistero della ragazza di Nadir, la bellissima Hazra, destinata a un matrimonio combinato in Turchia e ora al centro di bugie, sottintesi, non detti.
Un romanzo vibrante e intenso, con tutte le sfumature della difficoltà di una comunità che deve sopravvivere nonostante tutto, dove le tensioni nascono dall’unione e lo scontro di diverse disperazioni, dalla paura del futuro. Navarra traccia un affresco notevole con lingua sicura e crea una galleria di personaggi indimenticabili, oltre a Gordiani.
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