Jovanotti: «Stregato dalle poesie futuriste. I miei versi per la vita»

L’ospite più pop della giornata è anche quello che non ti aspetti, anzi “come” non ti aspetti. Jovanotti, oggi al Salone, non sarà infatti sul palco riservato agli eventi musicali live, ma nella Sala Oro dell’Oval (ore 18.30) nella veste di curatore di una antologia di poesie.

La poesia «è come la luce, come l’aria» dice Lorenzo Cherubini Jovanotti, a proposito di questo libro “Poesie da spiaggia” (Crocetti, 15 euro), un’idea nata dopo il Festival di Sanremo, dove aveva recitato i versi di “Bello Mondo” di Mariangela Gualtieri. Lorenzo, che si definisce «un illetterato» racconta che «il vero incontro folgorante fu con i futuristi» intorno ai 14 anni, e lo “Zang Tumb Tumb” di Marinetti, le poesie visive di quel momento sono state «più forti di un disco, di un concerto, e ci ho costruito una passione, una vocazione per le parole che suonano e battono, prima di quello che significano».

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Il libro si apre con Costantino Kavafis e si chiude con Pablo Neruda e trovano posto, tra le altre, poesie di Arthur Rimbaud, Mario Luzi, Ezra Pound, Sandro Penna, Eugenio Montale, Marina Cvetaeva, Robert Frost, Rainer Maria Rilke, Antonella Anedda e anche Friedrich Nietzsche. «Ho immaginato che qualcuno si porti davvero questo libro in spiaggia, e che insieme al giallo dell’estate o al romanzo del momento nello zainetto ci sia anche questo oggetto magico, un libro di poesie bellissime legate al mare, al viaggio, all’avventura, all’amore, alla vita» spiega nella doppia intervista a mo’ di introduzione al libro, in cui lui fa domande a Nicola Crocetti, editore e curatore, autorità riconosciuta della poesia in Italia e viceversa. «Siamo come due bagnini per le anime, a nostra volta naufraghi» dice ancora.