l'editoriale
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10 Novembre 2022 - 08:25
Dice Glenn Cooper di essere «affascinato dall’opacità e dalla politica bizantina del Vaticano. Un viaggiatore del tempo di secoli fa troverebbe il Vaticano notevolmente immutato rispetto al resto del mondo. Si possono immaginare molte trame avvincenti e cospirazioni in questo tipo di istituzione e questa è un’ottima situazione per un romanziere». E infatti, per l’autore de “La biblioteca dei morti”, il filone vaticano è diventato predominante, da “L’ultimo Papa” a questo, “Un nuovo Papa” (Nord, 20 euro, traduzione di Elisa Banfi) appena arrivato in Italia e che abbiamo potuto leggere in anteprima. Ma, quasi per confermare che paragonarlo a Dan Brown come per sminuirlo sarebbe fargli un torto, qui è difficile usare la categorizzazione di thriller, per quanto ce ne siano gli elementi: gli intrighi dei cardinali, un piano per estromettere il pontefice, un ricatto, addirittura un cardinale rapito in Colombia con sua santità che va a salvarlo e si pone anche sulla linea di fuoco di una pistola... No, questa è narrativa che esce dai confini di genere e Cooper deve esserne convinto.
Il protagonista è Anthony Budd, neppure sessantenne, cardinale inglese, amante del nuoto, probabilmente un riformatore, che nello stallo di un conclave che si trascina da giorni si ritrova come nuovo pontefice, con il nome di Innocenzo. E qui nascono i problemi: perché da un sobborgo di Londra parte un ricatto al Santo Padre, a opera di qualcuno che conosce il segreto più indicibile, che devasterebbe la Chiesa.
Nelle interviste di lancio, in Inghilterra, Cooper dice che «Budd ha un grande segreto che intende portare nella tomba. È preoccupato che se diventa papa, il suo segreto diventi ancora più pericoloso. Il lettore scoprirà che aveva ragione ad essere preoccupato perché il Vaticano è precipitato in una crisi che l'istituzione non ha mai affrontato prima». Ed è vero che non bisognerebbe spoilerare, ma considerando che il segreto - Innocenzo lo rivela in una intervista, per disarmare i ricattatori - ci esplode tra le mani nei primi capitoli, e che qualcuno potrebbe pensare che Cooper abbia deciso di “saltare lo squalo”, allora non si può tacere: fin da bambino, Budd aveva dubbi sulla sua identità di genere e si era rivolto a uno psichiatra. E poco importa che abbia sepolto tutto questo, così come i desideri sessuali, nel suo ministero sacerdotale: i giornali titolano «Il Papa è transgender».
Tra gli affetti, le amicizie rinnegate, gli incubi dell’infanzia legati a un padre manesco, Innocenzo è solo - confortato solo da suor Divine e da monsignor Aldo -, con una interiorità dilaniata impossibile da ricomporre, nel covo di serpi dietro le mura leonine, a combattere ciò contro cui non può vincere.
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