Un accoltellamento. Un giovanissimo è colpito. I fendenti sono molti. Li riceve, si difende inutilmente, comincia a perdere sangue. Provincia di Bergamo, Treviolo: sono le quattro del mattino del 15 giugno e il giovane si chiama Mohamed Lamine Saida, milanese, origini tunisine, ha accompagnato a casa la sua fidanzata che abita in un quartiere residenziale. Saida è stata colpito da un altro giovane, sceso da un’auto. Quando arrivano i militari e Saida viene trasportato in ospedale si scopre la sua identità. Quella «vera», quella che si è data per scalare la notorietà. Simba La Rue. Il nome probabilmente non dirà nulla a chi non è giovanissimo e non ha confidenza con il rap/trap. Ma in quel mondo Simba La Rue è un nome. Un mondo abitato da rapper, segnato da gelosie e scontri, narrato dalla violenza delle parole e dai suoi codici. Simba La Rue è cresciuto tra la Francia e l’Italia, ma abita a Lecco. Chi poteva volergli del male? Baby Touchè. Si fa chiamare così il «ragazzino da milioni di clic». È un altro rapper/trapper, un altro artista, con la voglia di sfondare e di raccontare la sua vita di strada. Il suo vero nome è Amine Amagour, ha 19 anni, ha origini marocchine e abita a Padova. Touché conosce Simba la Rue. I due rapper non si amano. E non si frequentano. Ma si controllano, come due nemici che attendono, dell’altro, il passo falso. Con le loro gang. Usano i social, armati di parole che danno linfa alla musica e ai testi. Si provocano. Poi un giorno Instagram accompagna e mostra, attraverso un video, lo scontro. O meglio: quella che appare come una sorta di resa dei conti. L’episodio avviene a Milano, a febbraio. Il video mostra Touché. È accerchiato, aggredito e picchiato da alcune persone. Gli intimano di salire su un'auto. Ha il volto gonfio. Dal naso esce sangue. Chi gli siede di fianco ride, lo prende in giro, gli urla frasi nelle sue orecchie, lo invita a salutare i suoi fan. Così il filmato finisce su Instagram. Chi ha colpito Touchè? Forse una vendetta. Una ritorsione per un suo presunto «dissing» (scambio di insulti tramite canzoni o video) che il rapper padovano avrebbe rivolto a Simba La Rue a gennaio nel suo singolo «Pull up». Poi la vendetta a pugnalate.
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