Cerca

Emanuela Orlandi, un memoriale inedito che accusa Renatino

emanuela orlandi scomparsa

Marco Accetti, l’uomo che nel 2013 consegnò il flauto riconosciuto dalla famiglia Orlandi come quello di Emanuela e la cui voce corrisponde a quella di almeno un paio di telefonisti, ha chiamato in causa molte volte “Renatino” (Renato De pedis, capo della banda della Magliana) nel suo memoriale di autoaccusa. Si tratta di un documento inedito, tuttora custodito in procura a Roma, che oggi assume interesse anche alla luce della credibilità che si è guadagnata lo stesso Accetti la scorsa estate, allorché il pm Erminio Amelio ha disposto l’apertura della tomba di Katy Skerl (una 17enne assassinata nel 1984, delitto collegato al caso Orlandi) e verificato che effettivamente la bara era stata rubata, così come era stato rivelato con largo anticipo dall’ “uomo del flauto”. Eccolo dunque, il boss De Pedis in azione il 22 giugno 1983, così come descritto da Marco Accetti. Va premesso che il fotografo oggi 67enne si è autoaccusato del sequestro, affermando di essere stato ingaggiato da un gruppo di religiosi (il cosiddetto “ganglio”) interessati da un lato a contrastare la linea fortemente anti-comunista di papa Wojtyla e dall’altro a chiudere con un accordo la partita finanziaria (disastrosa per il Vaticano) legata al crac del Banco Ambrosiano. Il memoriale, prima di illustrare la scena all’uscita dalla scuola di musica di Sant’Apollinare, inquadra il coinvolgimento di “Renatino” nei tragici fatti di quei primi anni Ottanta. Accetti nomina De Pedis con un certo timore reverenziale, definendolo “l’imprenditore”. «La partecipazione dell’imprenditore - scrive Accetti - fu compartimentata da ogni ambiente che lo stesso fosse uso frequentare. Gli chiedemmo di usare un numero esiguo di persone a lui vicine… Avevamo già avvicinato la Orlandi ed eravamo d’accordo… Sarebbe dovuta arrivare dal Palazzo di Giustizia, cosa che sorprendentemente non fece, imbattendosi nella compagna dell’Istituto Convitto Nazionale».

Il presunto contatto De Pedis-ostaggio è così descritto: «L’imprenditore scende dalla macchina, indirizzandosi verso il marciapiede, e contestualmente la ragazza avanza sul marciapiede verso di lui, ed entrambi simulano un incontro su appuntamento. L’imprenditore le mostra, estraendoli dall’interno di un tascapane, alcuni prodotti cosmetici avvolti nella loro confezione. La “A” posta sul tascapane doveva rammentare la società Avon»

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.