Il Vaticano riapre il caso sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Alla fine la famiglia della “ragazza con la fascetta”, che attende verità e giustizia da quel 22 giugno 1983, ha vinto una prima battaglia. La notizia è filtrata a metà pomeriggio del 9 gennaio 2022 e confermata ufficialmente dopo un paio d’ore: a quasi quarant’anni dalla sparizione della quindicenne, il Promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, e la Gendarmeria hanno deciso di «aprire un fascicolo» su una vicenda che ha scosso la Santa Sede e le sue massime istituzioni, in un percorso giudiziario e investigativo che ha sfiorato ipotesi inquietanti di ogni tipo e coinvolto servizi segreti e cancellerie di mezzo mondo. L’obiettivo degli inquirenti, almeno da quel che è trapelato, è scandagliare di nuovo tutti i fascicoli, i documenti, le segnalazioni, le informative e interrogare testimoni dell’epoca che sono ancora in vita e che possano fornire elementi utili. Un lavoro a 360 gradi (dopo le inchieste della magistratura italiana 1983-1997 e 2008-2015, entrambe archiviate), per non lasciare nulla di intentato, per provare a chiarire ombre e interrogativi e mettere definitivamente la parola fine al più torbido giallo lasciato in eredità dal secolo scorso. «Siamo contenti dei nuovi accertamenti. Abbiamo presentato due denunce, la prima nel 2018 e la seconda nel 2019. Non so su quale base abbiano aperto l’inchiesta, lo abbiamo appreso dagli organi di stampa. Siamo curiosi di saperne di più anche noi. Reputo che la famiglia Orlandi sarebbe dovuta essere avvisata un po’ prima», è stata la reazione dell’avvocatessa Laura Sgrò, dettata alle agenzie prima che il Vaticano, nel confermare la notizia, chiarisse che l’inchiesta è effettivamente aperta anche sulla base delle richieste fatte dalla famiglia in varie sedi. «Ben venga la nuova indagine, forse nata su impulso di papa Francesco. Sono convinto che la verità sia lì, in Vaticano. E confido anche in una piena collaborazione tra Italia e Santa Sede», il commento di Pietro, fratello della scomparsa, che ha messo sul tavolo un elemento concreto, da approfondire: «Nel 2014 mi sono arrivati messaggi da due persone vicine a papa Francesco che parlano di novità».
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