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Italvolt muove i primi passi. E ora ci sono due “alleati”

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La gigafactory dovrebbe sorgere nell’area ex Olivetti di Scarmagno

Torna a fare parlare di sé la Italvolt del magnate Lars Carlstrom che annuncia di aver siglato due accordi con aziende internazionali, la Tuv Sud e la American Manganese, oltre ad aver deliberato l’aumento del capitale sociale a un milione di euro.

Si tratta di segnali che dovrebbero aiutare a sgombrare il campo dai dubbi che sono stati sollevati sul progetto della Gigafactory nel sito della ex Olivetti di Scarmagno. L’azienda, secondo il piano annunciato, dovrebbe produrre e stoccare batterie a ioni di litio creando 4mila posti di lavoro e promettendone altri 15mila per l’indotto. Carlstrom e Oliver Jacob, amministratore delegato dell’Europa occidentale di Tuv Sud, hanno firmato una lettera di intenti, dando il via alla cooperazione tra le due aziende, che prevede «il supporto a Italvolt da parte di Tuv Sud nell’area dei servizi di consulenza tecnica come la revisione della progettazione, la valutazione dei rischi e i servizi di protezione antincendio, con annessi i servizi di test sulle batterie, compatibilità elettromagnetica o sicurezza funzionale, servizi di ispezione e servizi di certificazione». Con la American Manganese, specializzata nel riciclaggio dei catodi delle batterie agli ioni di litio, ha invece annunciato la firma di un memorandum d’intesa. L’accordo prevede lo sviluppo di un impianto di riciclaggio accanto alla fabbrica di Scarmagno.

Nel piccolo centro canavesano, però, ammettono di non aver più avuto comunicazioni con Carlstrom e la Italvolt. Il sindaco Adriano Grassino e il tecnico comunale Simone Lancerotto confermano che non è ancora stata presentata alcuna richiesta formale di insediamento. «Anche se non è arrivato nulla - sottolinea Grassino - noi ci stiamo già muovendo in varie direzioni, in particolare con le istituzioni pubbliche, per valutare insieme le strade da percorrere per velocizzare al massimo i tempi per la concessione da parte del Comune». L’amministrazione locale ha contattato l’architetto Alberto Redolfi, che ha redatto la variante del Piano regolatore generale in via di adozione, per intervenire sulle future richieste che si renderanno necessarie per ospitare la gigafactory. Il nuovo insediamento industriale nell’area della ex Olivetti richiederebbe 300mila metri quadrati di superficie (100mila metri quadrati in più di quelli attualmente esistenti), la modifica dell’altezza dei nuovi stabilimenti che sembra potrebbe arrivare a 30 metri (il doppio rispetto ai 15 consentiti dalla nuova variante del Prg), e la verifica del recupero o meno dei fabbricati esistenti all’interno del comprensorio ex Olivetti.

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