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03 Giugno 2021 - 08:29
Si scalda il clima attorno alla ripartenza della fabbrica di pannelli truciolari ex Annovati. Il progetto prevede la costruzione di un bruciatore, che alcuni definiscono “inceneritore” privato, e a Frossasco è partita una mobilitazione su più fronti per il timore di ripercussioni ambientali.
A distanza di due anni dall’incendio che aveva colpito la collina dei rifiuti nel cortile della fabbrica di via Piscina, la nuova proprietà (i turchi della Kastamonu) ha presentato domanda alla Città metropolitana per rimettere in funzione l’impianto e produrre 360mila metri cubi di truciolare all’anno. Nel complesso è prevista anche la realizzazione di un bruciatore da 25 MW per smaltire 90mila tonnellate di biomasse l’anno, che sono scarti dell’impianto, di cui due terzi polverino.
Questo bruciatore però desta preoccupazione, anche se il Comune ha promesso di vigilare sull’iter di autorizzazione e di fare dei confronti sul tema nelle settimane a venire.
Dal Comitato Valnoce Ambiente e Salute è nato un comitato specifico per la causa: “No inceneritore a Frossasco”, che ha una sua pagina Facebook. Il gruppo aveva già scritto ai sindaci dei Comuni limitrofi per chiedere di farsi portavoce degli interessi dell’ambiente e dei cittadini del territorio. Ora il neonato comitato chiede che si eviti un precedente, permettendo «la costruzione di un inceneritore privato, quando ricordiamo che in Piemonte è stato negato il permesso alla costruzione di un secondo inceneritore pubblico». Parallelamente su change.org un gruppo di cittadini ha lanciato una petizione dal titolo “No inquinamento in Val Noce”, chiedendo l’istituzione di un gruppo di controllo aperto alla popolazione. Mentre la minoranza di Vivere Frossasco ha richiesto la convocazione di un consiglio comunale urgente per affrontare la questione.
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