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Oltre 5mila alla marcia dei No Tav: sindaci e famiglie, manca il M5s

no tav marcia
Se a tarda sera i militanti del centro sociale di Askatasuna non decideranno un blitz al cantiere dell’Autoporto di San Didero, al momento di andare in stampa si può dire solo che la manifestazione è avvenuta senza incidenti. Un corteo per protestare contro l’opera, organizzato dal movimento guidato da Alberto Perino e che ha visto la partecipazione di circa 5mila persone. Ci sono i leader storici del movimento, anche se non tutti e c’è la componente antagonista che ha sposato la causa No Tav. Si sono aggiunti i “Fridays for Future”, ma è sparito il Movimento 5 Stelle. «Se segnaleranno la mia presenza e si aprirà un processo sarò comunque contenta di essere stata qui e mi ricorderò di quanto sia stato bello marciare con voi e lottare per il futuro di questa valle». Lo urla al microfono Edgarda “Eddi” Marcucci durante la marcia. L’ex combattente delle Ypg curde, sotto sorveglianza speciale del Tribunale, ha manifestato nonostante il divieto. Un atto di disobbedienza che rivendica. C’è persino un trattore con rimorchio in testa al corteo No Tav. Sono oltre cinquemila: “ventimila”, si legge addirittura sui social del movimento No Tav. Sono quelli che dieci anni fa protestavano contro l’apertura del cantiere del tunnel di Chiomonte. Ai microfoni, prima della partenza, a urlare il tradizionale «sarà dura» è stato Maurizio Piccione. Alla storica sigla No Tav se ne è aggiunta una seconda, quella dei No Tir, perché a San Didero non corrono binari, ma il cantiere serve a costruire un nuovo autoporto. Il corteo di ieri non sembra essere molto diverso rispetto a quello del 2011, dopo lo sgombero della “Libera Repubblica della Maddalena”. Ci sono i sindaci in prima fila, quelli attuali con la fascia tricolore e quelli che la indossavano 20 anni fa.
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