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I misteri delle due vecchie auto sepolte nel laghetto di Falchera

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La secca dei laghetti della Falchera ha restituito alla vita quel che resta di due vecchie auto, abbandonate nell’acqua da un numero imprecisato da anni. Sepolte insieme alla loro storia, ormai ridotte a rottami e in compagnia di pneumatici e rifiuti. La scoperta l’hanno fatta i tecnici dell’assessorato all’Ambiente che insieme alla Circoscrizione 6 si sono occupati di una maxi bonifica della zona delle sponde. Un’area che i volontari di zona battono ogni weekend, nel tentativo di frenare l’inciviltà. Tuttavia solo chi conosce bene questa zona al confine di Torino, e i misteri che la contraddistinguono, non si è stupito nel vedere le ruspe tirare fuori dalle acque due carcasse. Appartenute a chissà chi: una Fiat Uno di colore verde scuro, mezza distrutta, e una decapottabile di cui si faticano a leggere i numeri della targa, ormai coperta dal fango. E facendo un passo indietro con il tempo, ma nemmeno di troppi anni, scopriamo che non è nemmeno la prima volta che il lago restituisce dal suo fondale delle auto. Quando i laghetti erano sinonimo di degrado, capitava di trovare rottami o magari qualche cadavere. Come quello di Mario Dobran, ragazzo romeno di 24 anni, morto annegato nel lago della Falchera mentre stava tentando di catturare un pesce.

I MISTERI Nel 2016, invece, i sommozzatori che scandagliavano il fondo alla ricerca di un bosniaco scomparso avevano finito per ripescare una vecchia auto rubata 12 anni prima, nel 2004. Una Lancia Thema che però non avrebbe avuto nessun collegamento con Momcilo Bakal, detto Momo, l’ex militare bosniaco di 44 anni scomparso cinque mesi prima. E che pure in passato aveva avuto guai per alcune auto rubate ritrovate nelle sue proprietà. I carabinieri, nel corso di quel controllo serrato, si accontentarono del suo portafoglio.

LA PULIZIA «Con il problema della secca - racconta la coordinatrice all’Ambiente della Circoscrizione 6, Valentina Ciappian -, erano riemersi alcuni rifiuti tra cui gomme d’auto e autovetture. Ma insieme a un lavoro congiunto con la città e l’assessore Unia siamo riusciti a far ripulire il laghetto».

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