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Per i furti nel cantiere del Tenda inflitte cinque condanne severe

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«Io con il ferro ci guadagno». Lo diceva, intercettato, uno degli imputati del processo sui furti nei cantieri del Tenda bisNella conversazione, tra direttore dei lavoro, capicantiere ed operai, emergeva uno specchio inquietante dei luoghi di lavoro tra Limonetto e dintorni, sopra Limone Piemonte, una delle località di villeggiatura montana più nota e amata da piemontesi e non. Ieri il Tribunale di Cuneo, a conclusione di un processo che scaturisce da un’indagine lunga e complessa svolta dalla pm Chiara Canepa, ha inflitto condanne a tutti i cinque imputati. Le pene vanno dai tre anni e due mesi ai quattro anni di reclusione. Per la procura di Cuneo e la Guardia di Finanza, che ha effettuato le indagini, gli imputati avrebbero rubato almeno 212 tonnellate di ferro, tra il gennaio 2014 e il maggio 2017. Le centine, pagate 850 euro alla tonnellata in cantiere, erano poi rivendute in nero a prezzi irrisori. Le tonnellate di ferro sparivano dal cantiere del Tenda bis in maniera misteriosa. Finché gli inquirenti non hanno scoperto i raggiri messi in atto dagli indagati. Ieri il giudice del tribunale di Cuneo Sandro Cavallo ha accolto in pieno l’ipotesi accusatoria sostenuta in aula del procuratore capo Onelio Dodero. Il procedimento si è diviso in due tronconi. Quello cuneese, che si è concluso ieri, che verte sui furti delle basi d’appoggio, tecnicamente dette “centine”, che avrebbero dovuto essere destinate alla realizzazione della galleria Tenda Bis. Gli imputati erano della Grandi Lavori Fincosit. Parti civili nel procedimento, Anas e il comune di Limone Piemonte. Esiste poi un secondo filone, che si svolgerà a Torino, con altri imputati, per contestazioni anche più gravi. I fatti si riferiscono al periodo tra il gennaio 2014 e il maggio 2017. Secondo le difese gli ammanchi sarebbero stati scarti di lavorazione.
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