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20 Gennaio 2022 - 08:48
È ancora bagarre tra i Comuni di Frossasco e di Cumiana sulla questione coinceneritore, la struttura che l’azienda turca Kastamonu vorrebbe insediare nell’area dell’ex Trombini.
Insieme ad altri Comuni a dicembre 2021 il sindaco di Cumiana, Roberto Costelli, aveva indetto un tavolo di lavoro per discutere del problema che preoccupa diversi cittadini. «Non ho voluto la presenza del Comune di Frossasco perché sarebbe inutile» commenta il primo cittadino cumianese che da diverso tempo accusa l’Amministrazione di ritardare la comunicazione ufficiale alla Città Metropolitana in cui dovrebbe dire “no” alla modifica del piano regolatore in base alla quale si darebbe il via alla costruzione dell’inceneritore. «È da due mesi che la Città Metropolitana ha mandato il sollecito. Perché non danno una risposta definitiva?».
Il Comune di Frossasco da parte sua ha risposto con la prima delibera emessa a gennaio 2022 in cui chiede proprio alla vicina Cumiana, che è in fase di elaborazione del suo piano regolatore, di inserire una norma in cui si vieti la realizzazione di inceneritori sul suo territorio. «È una richiesta un po’ strana, ma che il Comune aveva richiesto a tutti i comuni qualche mese fa, non si capisce bene perché. Da parte nostra - conferma comunque Costelli - metteremo una norma di principio nel piano del regolatore, tanto non avrebbe nessun impatto perché noi non abbiamo aree industriali e siamo favorevoli al mantenimento del territorio, a condizione che Frossasco avrà adempiuto agli obblighi imposti dalla provincia: ovvero che assuma con delibera consiliare una posizione contraria all’insediamento Kastamonu, respinga la variante urbanistica e dia comunicazione delle norme ostative al coinceneritore. Inoltre - aggiunge il sindaco - proporremo una modifica alla loro norma riferita anche agli inceneritori già realizzati o in riutilizzo».
Nel frattempo, continua l’attività di raccolta firme e fondi da parte del comitato Frossasco Ambiente, nato proprio per contrastare l’intervento, che ieri ha tenuto un altro banchetto. «Si parla spesso di nuovi posti di lavoro (circa 200, ndr) ma tolto il fatto che non c’è nessun dato scritto in merito a quanti ce ne saranno, non si può comunque barattare la salute con l’occupazione» spiegano dal Comitato.
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