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21 Aprile 2022 - 08:31
Quando l’impresa ha piazzato la gru per “prendere le misure”, negozianti e residenti di zona quasi non ci credevano. Impossibile pensare che corso Giulio Cesare 45, il palazzo dell’illegalità di Aurora, potesse rinascere. E invece sarà così, tra un mesetto circa quando partiranno i lavori veri e propri. Un maxi investimento, tra i 2,2 e i 2,5 milioni di euro, cambierà per sempre il volto di quello che, fino all’anno scorso, era la casa degli anarchici. Le Serrande, così veniva chiamato il palazzo, dal 2014 fortino degli anarchici di Torino. Sgomberato il 19 gennaio 2021, l’immobile di corso Giulio è stato acquistato da 7Re Group, gruppo immobiliare che in città sta facendo appartamenti di lusso in corso Tassoni 4.
Davide Settecasi, nuovo proprietario, del passato preferisce non parlare: «Voglio guardare avanti. Quel palazzo è bello, antico, e merita certamente di essere riqualificato. Ci ho pensato solo una settimana, prima di comprarlo, e credo tantissimo nel progetto». Un progetto che prevede un completo rinnovamento, con riqualificazione dal punto di vista acustico ed energetico, rinforzo sismico, delle volte e dei solai. E un nuovo colore, da fuori, mentre dentro verrà tutto demolito. «Oggi ci sono cinquanta locali piccoli, i bagni sono sul ballatoio. Diventeranno 18 unità tra bilocali e trilocali», spiega il progettista Gianmarco Pralavoro. E riapriranno anche i quattro negozi, le cui serrande - da qui il nome dello stabile - oggi sono chiuse. La proprietà, in questo senso, ha già ricevuto proposte. E c’è pure l’ipotesi di fare, al pian terreno, degli spazi per lo smart-working.
Il ponteggio resterà per due settimane, poi ci vorrà un mese e mezzo per le demolizioni e un annetto per la ristrutturazione. Per l’estate 2023, verosimilmente, corso Giulio 45 sarà rinnovato. E si spera che il suo restyling serva da volano anche per il resto del quartiere. «Siamo a poche centinaia di metri da piazza della Repubblica - dice Settecasi -. Qui ha già investito Lavazza, non siamo in periferia e, anche se lo fossimo, non è giusto restare nel degrado. Spero che quest’intervento abbia anche un risvolto sociale, che serva da stimolo per il quartiere». Il nome già c’è: Oasi45, a richiamare qualcosa di bello, che dia un colpo di spugna a un palazzo dove ancora oggi campeggiano insulti alla polizia e motti anarchici.
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