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11 Agosto 2022 - 06:28
Prima il pagliaio di una cascina di Carmagnola, subito dopo un altro a pochi chilometri di distanza. Esattamente come successo fra Poirino e Riva l’11 giugno, quando bruciarono due aziende agricole e una ditta di materiali plastici: torna l’incubo del piromane in provincia. Si parla anche di una telecamera che avrebbe ripreso un’auto passare vicino a una delle due cascine coinvolte appena prima che divampassero gli incendi.
Sulla vicenda indagano i carabinieri, che partono da quanto successo alle 7 di martedì mattina alla periferia di Carmagnola: prima hanno preso fuoco le rotoballe dell’azienda agricola di Alessandro Robiola, in via Tetti Grandi 4. Qualche istante dopo è stato il turno della paglia di Domenico Tuninetti, consigliere comunale di Fratelli d’Italia e presidente del Consorzio del Peperone: «Ho visto il fumo poco dopo le 7 - riporta lo stesso Tuninetti, che ha casa e cascina in via Morello - Avevamo le rotoballe sotto il nylon, il fuoco è partito e si è propagato immediatamente. Abbiamo iniziato a spegnerlo noi con l’aiuto dei vicini, agganciando la pompa a pioggia del trattore al pozzo. Anche perchè i pompieri più vicini erano andati sull’altro incendio e da noi sono venuti dopo».
In via Tetti Grandi, infatti, sono corsi subito i vigili del fuoco di Carmagnola e del Lingotto, poi l’autobotte dalla centrale, Pinerolo, Sommariva Bosco e Riva, che ha messo a disposizione il collettore per collegarsi alle bocchette d’irrigazione nei campi. In via Morello, invece, sono intervenute le squadre di Chieri, Borgone e Racconigi. I pompieri hanno lavorato per tutta la giornata ma non hanno potuto salvare 450 rotoballe dell’azienda Robiola e altre 250 di Tuninetti, dov’è andato a fuoco anche un rimorchio: «Poteva andare molto peggio - tira un sospiro di sollievo il consigliere comunale - Siamo riusciti a contenere l’incendio al pagliaio: così non ha raggiunto i macchinari nel fienile accanto». Il danno resta ingente: «Siamo assicurati ma sarà un grosso problema: parliamo di paglia di prima qualità, fatta con orzo e grano nostro. Quest’anno, con la mancanza di fieno, pensavamo di usarlo come alimento principale per i nostri cento capi. Loro stanno meglio e noi evitiamo di spendere per il fieno, arrivato a circa 30 euro al quintale».
Ma cosa ha scatenato l’incendio? Impossibile non pensare a quanto successo esattamente due mesi fa, l’11 giugno: a partire dalle 2 di notte, qualcuno ha dato fuoco alle balle di fieno di una cascina. Poi ha fatto 500 metri e si è ripetuto in un’altra azienda agricola. Infine ha colpito a 2 chilometri di distanza, facendo inghiottire dal fuoco la Europlastic. Stavolta il copione sembra lo stesso, anche se Tuninetti non esclude nulla: «Può anche darsi che le balle abbiano fermentato dopo che hanno preso l’acqua nei giorni scorsi. Però è strano che sia successo in due posti allo stesso momento. Di certo noi aziende dobbiamo essere attenti e attrezzati».
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