I lupi colpiscono ancora. «Una ventina di pecore ammazzate, oltre a diversi agnelli giovani, anche loro sbranati, ma ancora senza “orecchino” e quindi nemmeno risarcibili. In trenta secondi, si sono portati via il guadagno di tutta l’estate. Ora il gregge è terrorizzato, non mangia, deperisce e produce meno latte». Sergio Rossatto racconta come i lupi abbiano aggredito il suo gregge all’Alpe Sarpeis, a 1600 metri nel comune di Ala di Stura. Un assalto in pieno giorno, mentre il pastore stava trasferendo gli animali da un pascolo all’altro: «Ero davanti al gregge, circa duecento capi tra ovini e caprini, più una quindicina di asini. Dovevamo risalire un pezzo di montagna, gli animali erano tranquilli, accompagnati dai cani da conduzione. Improvvisamente si è scatenato l’inferno: sono sbucati due lupi come dal nulla, si sono avventati in mezzo al gregge e lo hanno diviso in due. Gli animali che sono fuggiti verso il basso, hanno trovato altri due lupi ad attenderli. In pochi secondi, i capi più lenti sono stati raggiunti e uccisi davanti ai miei occhi. Qualcuno nella fuga è morto precipitando dai roccioni».
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L’attacco è avvenuto il 30 luglio e da allora l’allevatore ha passato le giornate a mettere insieme le carcasse degli animali uccisi e a cercare in giro per la montagna quelli dispersi. Sono intervenuti i veterinari dell’Asl To4, l’ultima pecora viva è stata recuperata dai vigili del fuoco, che l’hanno tirata fuori dal crepaccio. Oltre al danno economico, al pastore pesa la situazione di abbandono in cui dichiara di trovarsi: «Sono disgustato dall’indifferenza generale, non so come far valere le mie ragioni, a nessuno gliene importa nulla. Si proteggono i lupi e non i pastori, sembra un mondo al contrario. Mi domando cos’altro debba ancora accadere, perché si prendano provvedimenti contro i lupi. In molti Paesi questi predatori sono cacciabili, in Italia prima o poi ci scapperà il morto. In zona il numero dei lupi si è moltiplicato oltre misura, la convivenza con le greggi è diventata impossibile, molti pastori sono costretti ad abbandonare la montagna, lasciandola in balìa dei rovi e dell’incuria dell’ambiente». Il rischio dell’abbandono della montagna vieni da anni denunciato da Cia Agricoltori delle Alpi come ricorda il presidente dell’Organizzazione, Stefano Rossotto: «Questa situazione è anche il risultato del progetto Life Wolf Alps, che in questi anni ha pensato a tutelare solo lupo e non gli allevatori».
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