Il 21 settembre dello scorso anno era un martedì. E da quel maledetto martedì è cominciato tutto. Ora Noemi, di soli sette anni, non vive più come prima: «Possiamo dire che è da quasi un anno che non dorme - spiega la mamma, Domenica Scrugli 48enne -. Sembra avere paura di ogni cosa. Per lei prendere lo scuola bus è un incubo; ha paura della pioggia e dei temporali. È seguita da una psicologa di Ivrea, la dottoressa Barbara Chirieleison, ma credo che trascorrerà del tempo prima che Noemi si possa riprendere».
Quel maledetto martedì, mamma Domenica aveva accompagnato la figlioletta, che all’epoca frequentava la prima elementare, alla fermata dello scuola bus di Colleretto Giacosa (dove abita la famiglia). Il pullman l’avrebbe portata all’istituto scolastico di Loranzé. Ma quel giorno, in classe, la bimba non è mai arrivata. È rimasta sull’autobus perché, annotano i carabinieri, «è ragionevole pensare che l’autista si sia distratto e non si sia accorto del fatto che Noemi non fosse scesa alla sua fermata, ma solo presso il deposito dove il mezzo era rientrato, cioè ad Aglié».
A quel punto la bambina, aggiungono la mamma e il papà, Massimiliano Blandino di 50 anni, «ha cominciato a girovagare impaurita in strada, fino a quando una signora di passaggio l’ha soccorsa e ha dato l’allarme». Non è vero, come in un primo tempo si era ipotizzato, che Noemi si fosse addormentata sull’autobus, «è rimasta lì come impietrita per tutto il viaggio», sottolineano i genitori che in un esposto hanno chiesto di far luce su eventuali responsabilità e colpe, ma su questa vicenda la procura di Ivrea ha messo la parola fine con l’archiviazione del fascicolo.
«Ma c’è un’altra strada che perseguiremo - aggiungono i genitori che si sono rivolti ad un legale -, quella della giustizia civile». Perché la bambina ha subìto dei danni psicologici e biologici evidenti e con lei tutta la famiglia. Uno stato di shock, per Noemi, che si protrae da mesi e che ha come sintomo più evidente, l’incapacità di riposare per una notte intera.Danni anche economici, patiti dalla famiglia, che certo non naviga nell’oro, perché la mamma fa la badante e il papà, operaio edile, al momento è senza un’occupazione fissa. «Abbiamo affrontato spese mediche, dobbiamo dedicare tutto il nostro tempo alla bambina, la portiamo e la riprendiamo da scuola e le stiamo sempre accanto».
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Per farla distrarre e tentare di farla reagire e risvegliare dal torpore in cui è immersa, Noemi, che ama molto gli animali, ha cominciato a frequentare un maneggio a Bairo e, giusto due giorni fa, i genitori le hanno regalato un cucciolo di cane che la bambina tiene sempre con sè, coccolandolo nel suo grembo. Insomma, quella notizia di un anno fa, che poteva anche suscitare un sorriso, ha invece avuto conseguenze drammatiche per questa bambina che ama gli animali, forse molto più degli uomini.
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