l'editoriale
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25 Settembre 2022 - 07:48
Settembre 2020, si taglia il nastro di quello che oggi è diventato il nuovo parco dei laghetti di Falchera. Una emozione, senza dubbio. Soprattutto pensando a cosa c’era prima in quel punto: montagne di rifiuti, abbandono, degrado, orti abusivi, casette fantasma. Dopo quasi cinque anni di lavori e speranze, però, la musica è cambiata e tutto il marcio è stato accantonato. Messo in un angolo. Chi transita in via degli Ulivi, oggi, vede solo arcobaleni di felicità e problemi risolti. Una nuova vita nata sulle ceneri di un vero e proprio inferno: tra morti, auto sepolte in fondo ai laghi e persino palafitte.
Il progetto
Un percorso, immaginato negli anni 70, e iniziato concretamente vent’anni fa che ha dato alla luce un polmone verde di 430mila metri quadri circa, costato 3 milioni e 86mila euro. Si è iniziato con la bonifica del lago dai rifiuti e la rimozione degli orti abusivi nel dicembre del 2015. Poi si è arrivati all’assegnazione dei nuovi orti, la cui zona di riferimento ospita anche due fabbricati in legno con vani, servizi igienici e tettoie. Sull’istmo di collegamento tra i due laghi è stata collocata una passerella di 12 metri, in acciaio Corten e con pavimentazione in legno. Di fronte a via degli Ulivi il parco è stato attrezzato con panchine, tavoli e fontanelle. Qui trovano posto anche un’area giochi, campi da calcetto e pallacanestro, uno skate park e un’area cani. È stato realizzato anche un fabbricato con sala polivalente, a uso bar. E poi, ovviamente, ci sono loro: i laghi. Puliti anche grazie al lavoro dei cittadini che nelle ultime settimane sono scesi in strada per rimuovere bottiglie e bicchieri.
Le famiglie
Non tutto è oro colato. Se l’area è rinata è merito anche dei cittadini del quartiere che da quando il parco è stato inaugurato hanno cominciato a tirarsi su le maniche per piccole operazioni di pulizia. Così, spesso, il sabato capita di incrociarli mentre, armati di paletta e sacchetti, danno il buon esempio pulendo il prato dalle bottiglie e dai rifiuti. Lasciati dai soliti incivili di turno.
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