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Spedizione punitiva in stazione a Pinerolo: il pestaggio in un filmato choc [IL VIDEO]

raid baby gang pinerolo

Un treno costretto allo stop, un ragazzo accoltellato, 5 fermati e momenti di vero e proprio panico in stazione. È questo il bilancio del folle raid di una baby gang di Barriera di Milano ieri a Pinerolouna dozzina di ragazzini armati di coltelli e catene che hanno rincorso le loro vittime tra i passeggeri terrorizzati, in fuga dai pestaggi della baby gang. Forse la stessa che già qualche mese fa si era resa protagonista di un raid simile a Nichelino, nel tentativo di instaurare una sorta di “dominio”, un controllo del territorio che ricorda da vicino quello imposto in certe zone per lo spaccio di droga.

Mercoledì, a Pinerolo, l’inferno si è scatenato intorno alle 17, quando si sono aperte le porte del treno proveniente da Torino e sulla banchina si sono materializzati una dozzina di ragazzini, molti dei quali a volto coperto: «Erano tutti armati - raccontano i testimoni - un paio avevano lunghi coltelli, altri catene e cinghie. Hanno inseguito due ragazzini, li hanno portati nel giardino davanti alla stazione e li hanno pestati». In realtà, uno è stato anche accoltellato all’addome: si tratta di un domenicano e ora è ricoverato in ospedale a Pinerolo, non in gravi condizioni. Nessuna traccia invece dell’altra vittima, un ragazzino che secondo alcuni testimoni avrebbe avuto le stampelle.

In stazione si sono precipitati in forze carabinieri, polizia municipale e polizia ferroviaria. I militari sono riusciti a fermare tre marocchini mentre un quarto è stato catturato imponendo lo stop al treno Pinerolo-Chivasso delle 17.46, a bordo del quale si era rifugiato. Altri agenti hanno provato ad attendere eventuali fuggitivi nelle stazioni intermedie, fino al Lingotto, ma senza fortuna.

In tutto, i fermati sono 5, tutti minorenni. Si tratta del domenicano - probabilmente l’obiettivo della baby gang - e di 4 marocchini. Al momento di andare in stampa, i carabinieri li stavano sentendo per fare chiarezza sui motivi del raid e, al tempo stesso, stavano analizzando i filmati delle telecamere per accertare le singole responsabilità e decidere se e come procedere nei loro confronti.

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